La vigilanza privata secondo la tv: ma è proprio così?

29 Gen 2016

di Ilaria Garaffoni

presa-direttaDefinitivamente sdoganata la vicenda del Tribunale di Milano, che lo scorso anno causò tre vittime ed un ferito. L’indagine di Federico Ruffo, trasmessa nella puntata di PresaDiretta del 24 gennaio, è ritornata infatti nuovamente sul caso Giardiello, ricordando come – dopo tutto il polverone sollevato – le misure di sicurezza al Tribunale di Milano siano oggi esattamente le stesse. “Sicurezza al massimo ribasso” – questo il titolo del servizio – ha raccontato un “viaggio tra le guardie giurate, gli addetti alla sicurezza privata, un esercito di 40mila lavoratori spesso sfruttati e malpagati”. Inutile dire che la vigilanza privata ne è uscita malconcia. Ma va davvero così male? L’abbiamo chiesto al Presidente di FederSicurezza Luigi Gabriele, interpellato dagli stessi inviati di PresaDiretta.

Presadiretta ha disegnato un quadro abbastanza impietoso del settore, costellato da sfruttamento, degrado, massimo ribasso. Sensazionalismo o verità diffusa?

Direi una sapiente utilizzazione giornalistica delle situazioni negative apicali, che nel comparto purtroppo si registrano, ma che oggettivamente non rappresentano l’indicatore reale dello stato medio di salute del settore.

…Complice anche una domanda sorda al tema della qualità anche nei servizi di sicurezza?

Certamente il tema della non correttamente intesa “qualità” di settore contribuisce in senso negativo. Il vero problema sta nel fatto che, allo stato, una corretta e coerente individuazione di parametri di qualità oggettiva stenta a radicarsi nel comparto, che nel frattempo è stato indotto coattivamente a “riqualificarsi” senza che trovasse contestuale accoglimento nel mercato il maggior costo derivante dai continui richiesti adeguamenti verso l’“alto” degli standard…

Presadiretta ha posto l’accento sul fatto che al Tribunale di Milano, nonostante il polverone mediatico sollevato dalla vicenda Giardiello, le misure di sicurezza sono rimaste estattamente com’erano. 
Con la riforma europea della normativa sugli appalti cambierà tutto o gattopardescamente non si cambierà nulla?

Bella domanda per chi vive da sempre nella logica dell’apparente mutazione perenne, se ci rifacciamo al segmento nazionale…
Il processo di riforma al superiore livello europeo è in linea di tendenza coassiale alla necessità di mutazione reale, ma non mi sento di fare previsioni sulla velocità di completamento del percorso e sulla nostra generale capacità di metabolizzazione.

Che somme si possono tirare sugli ultimi anni di attività? C’è mercato per la vigilanza privata? C’è stagnazione, crescita o contrazione?
Che movimenti stanno contrassegnando la scacchiera del comparto?

Il mercato c’è ed è fluido. La diversificazione del contenuto della domanda si deve alle diverse modalità di espressione e di attuazione del concetto cardine di una “vigilanza” che tende sempre più a sfociare nel più ampio bacino operativo della sicurezza privata integrata.
In termini tendenziali, a livello macro il mercato è stabile, con qualche timido cenno di ampliamento non nel segno dell’attività tradizionale però, bensì in quello dell’innovazione che sta determinando lo stesso passaggio da vigilanza a sicurezza integrata, tecnologica ed estesa a diverse figure e funzioni.
Tendenzialmente rimane vivo il divenire dei grandi “rassemblement”, pur se con le tante difficoltà del gene italico.

Sul fronte dell’occupazione, i dati sono più confortanti?  

Al momento non direi, anche in considerazione che la “non disciplina “ sul cambi degli appalti favorisce un outplacement indotto.

Il cambio appalto da lei citato è una delle “non discipline” che più fanno male al comparto, ma ce ne sono altre.
Il rinnovo del CCNL affronterà questi temi in via definitiva? Come procede lo stato di avanzamento lavori?

Confermo: il problema è nodale e l’attuale disciplina, troppo frettolosamente e mercantilmente varata, non regge e genera solo difficoltà in un’anomala cornice di disimpegno delle OO.SS che, nei territori interessati, preferiscono lasciare alle Aziende la gestione delle procedure.
Due terzi delle OO.SS non sembrano molto interessate all’avvio di un confronto che, al di là della necessaria procedura di rinnovo del CCNL, consenta il riesame e il riordino delle tante questioni aperte ormai da troppo tempo. Sembra quasi che si tratti dell’apertura di un cantiere per opere pubbliche che attenda il V.I.A. – cioè la valutazione dell’impatto ambientale…

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