Partirà, la nave partirà, dove arriverà questo non si sa...
Si chiude con le parole di Sergio Endrigo questa intervista a Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza.
La buona notizia è che sia le parti sindacali, sia le parti datoriali rappresentate in Federsicurezza sembrano voler riaprire la trattativa per il rinnovo del CCNL della vigilanza privata interrotta lo scorso 9 novembre.
La cattiva notizia è che non sembra esserci trippa per gatti: oltre alla crisi, gli Istituti soffrono infatti di un forte indebitamento, aggravato dagli oneri imposti dal DM capacità tecnica e dal consueto strozzinamento da parte dalle committenze. Il rinnovo si prospetta quindi molto complesso.
Intervista a Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza.
Lo scorso 9 novembre i sindacati hanno abbandonato il tavolo di contrattazione con Federsicurezza, anche a seguito della vostra minaccia di disdettare l’attuale CCNL…
Atteso che non ci è parso di cogliere segnali da parte sindacale per un’auspicabile riunificazione dei due tronconi odierni, la disdetta del CCNL non può e non deve essere vista come un’“offerta che non si può rifiutare”. Di disdetta si è parlato solo al fine di rappresentare con semplice ma efficace realismo l’extrema ratio. Peraltro, e per deprecata ipotesi di ricorso alla stessa, saremmo comunque ancora all’uso consentito di “arma convenzionale”, rientrando la stessa nelle regole.
Chiudo su quest’aspetto con una domanda ad alta voce: quando un edificio è pericolante, è meglio rattopparlo o farne uno nuovo?
In sostanza la disdetta sarebbe utilizzabile solo come misura estrema e in mancanza di alternative. Fisascat ci ha però detto di aver lasciato il tavolo per due motivi, uno di merito e uno di metodo (clicca qui per leggerli). Avete commenti?
Quanto al metodo, francamente a volte l’eccesso di chiarezza finisce per essere visto come semplice esercizio di machismo d’annata. Non era questa l’intenzione.
Sul merito, altrettanto francamente, pensiamo che serva una maggior dose di realismo che consenta, in sinergia, di capire dove possano essere reperite risorse aggiuntive di carattere economico in un momento come questo…A meno che anche nella vigilanza privata non valga l’adagio ora tanto di moda che “alla faccia della crisi, i ristoranti sono pieni e gli alberghi al completo”.
Stiamo aspettando un Godot – Monti della Vigilanza?
Certo Monti non farà piovere la manna dal cielo, ma per reperire risorse non si potrebbero utilizzare i sistemi mutualistici, come proposto da Fisascat, anziché abbassare la copertura economica per i primi tre giorni di malattia?
Non ci dispiace affatto parlare di mutualizzazione, anzi, ricordo bene chi a suo tempo provò a lanciare questo argomento.
Non comprendiamo però, e non per vieto cinismo padronale, perché la normativa che potrebbe regolamentare la malattia debba essere vista come un totem inamovibile.
Forse sarebbe meglio tenerla presente e riflettere su quanto possa valere in una logica di bilanciamento complessiva. L’autofinanziamento è davvero un tabù esorcizzabile solo con la mutualizzazione? Allora rimaniamo all’ineluttabilità delle conseguenze di un non più sostenibile indebitamento generale?
Insomma, senza autofinanziamento le imprese cadrebbero in una crisi irreversibile. Per questo chiedete delle flessibilità così forti nell’orario di lavoro?
Per l’orario vale lo stesso discorso.
Conosciamo bene l’impianto che individua la nuova capacità tecnica e altrettanto bene conosciamo le pesanti e ineludibili richieste dell’utenza: non credo si possa pensare che vogliamo inventare orari e turni solo per infliggere delle sofferenze inutili.
Abbiamo anche chiaro il confine tra normalità ed eccezionalità di prestazioni, e tutto vorremmo tranne che quest’ultima travolgesse l’altra. Al momento ci limitiamo a fotografare le richieste del mercato, che insieme dobbiamo pur soddisfare per non esserne definitivamente estromessi…
I sindacati giustamente tutelano le guardie giurate contro un rinnovo in perdita; i datori di lavoro oppongono che c’è crisi e che la committenza strozza i fornitori.
Sembra un tunnel senza uscita…
L’ipotesi di Federsicurezza è questa: cerchiamo una rapida sinergia generale su quattro punti oggi potabili e apriamo una franca discussione sul domani, ipotizzando un nuovo strumento contrattuale complesso che meglio risponda all’attuale fisionomia del comparto.
Allora il tavolo ripartirà?
Se abbiamo inviato la nota del 14 novembre (clicca qui per leggerla), evidentemente abbiamo ritenuto necessario un ultimo approfondimento congiunto della situazione del tavolo, almeno di quello attivato con Federsicurezza.
Poi è chiaro che, per dirla con Sergio Endrigo, “la nave partirà, sì partirà, ma dove arriverà non si sa”…