La notizia della disdetta del CCNL della vigilanza privata da parte di UNIV, Unione Nazionale Istituti di Vigilanza, ha fatto molto discutere. Perché tanta fretta? – ci si è chiesto in prima battuta. E cosa si vuole ottenere – ci si è chiesto in seconda battuta. E infine, con quali appoggi si vogliono ottenere gli obiettivi prefissati, lato sindacale e lato compagini datoriali distinte da UNIV.
Ne abbiamo parlato con Giovanni Claudio Magon, vice presidente vicario e presidente della commissione sindacale di UNIV.
Come prima domanda, ciò che si chiedono tutti: perchè tanta fretta di disdettare il CCNL?
Nessuna fretta nel voler disdettare il CCNL, ma il semplice rispetto dei “termini tecnici” previsti dal contratto stesso, cioè sei mesi precedenti la sua scadenza che, com’è noto, è prevista per il 31 Dicembre 2015.
Cosa implica, in concreto, la disdetta del contratto?
La disdetta del contratto implica la necessità, da parte di UNIV, di richiedere l’apertura di un tavolo di confronto alle parti firmatarie del contratto stesso entro il 30 settembre. Tale incombenza sarà da noi rispettata, dopo aver raccolto dalla base degli istituti di vigilanza privata, non solo associati ad UNIV, i suggerimenti ed i desiderata da portare al tavolo di una trattativa che crediamo necessaria per la riscrittura di un contratto che riteniamo non più in linea con una realtà del settore molto diversa da quella, di qualche decennio fa, che ha “partorito” l’ossatura del nostro contratto.
Ricordo che comunque questa nostra scelta non sospende l’effettiva applicazione del CCNL, che quindi continuerà ad esercitare la sua efficacia sino all’eventuale sottoscrizione di un suo rinnovo – o meglio, come noi auspichiamo, di una “rifondazione”.
Quali scenari auspicate che si possano profilare?
Gli scenari che auspichiamo sono quelli di poter aprire un tavolo nel quale creare una condivisione, da parte di tutti gli attori del settore, della necessità di affrontare la rivisitazione di un sistema di relazioni contrattuali sia a livello nazionale che territoriale. Una rivisitazione che permetta finalmente al settore di affrontare il futuro con strumenti – come i contratti di lavoro – adeguati alla nuova realtà, che tutti ora sembriamo subire anzichè governare.
Se questo risultato non interessa, sia chiaro che la ripetizione della trattativa che ha portato all’ultima tornata di rinnovo, dove si è parlato di aumenti salariali ma poco o nulla del resto, non rientra nella volontà delle imprese del settore che rappresentiamo (e non solo).
Come imprenditore, prima ancora che come vice presidente vicario e presidente della commissione sindacale di UNIV, mi domando se quanti hanno criticato la nostra scelta abbiano provato a rileggersi i CCNL (e diversi accordi territoriali) dagli anni settanta e ottanta ad oggi, per poi ritenere “superfluo” anticipare confronti che riteniamo assolutamente improcrastinabili, pena la tenuta delle nostre aziende e di tutto il settore.
Come stanno reagendo le altre parti interessate (sindacati e altre rappresentanze datoriali?)
Non abbiamo, come previsto, avuto alcuna reazione da parte delle OO.SS. sindacali firmatarie, che riteniamo attendano le nostre richieste. Tali richieste saranno formalizzate entro il prossimo mese di settembre.
Per quanto riguarda le Associazioni imprenditoriali, dobbiamo purtroppo registrare una risposta che sottolinea il loro disinteresse a perseguire la stessa strada. Posizione assolutamente legittima dal punto di vista formale, ma da cui ci permettiamo di dissentire dal punto di vista sostanziale, considerando “miopi” i timori di maggiori costi per le aziende (inesistenti almeno per l’anno 2016, già coperto da un aumento concordato nel contratto in essere) e quindi certamente temi, se non secondari (soprattutto dal punto di vista temporale), sicuramente non oggetto della nostra decisione. Nella sostanza chiediamo a tutte le organizzazioni imprenditoriali di avere il coraggio di combattere quella battaglia che la nostra base da anni va chiedendo.