Vigilanza privata: guerra e caro bollette impongono il salario minimo

02 Mar 2022

di Ilaria Garaffoni

Mentre infuria una guerra che nessuno avrebbe mai nemmeno lontanamente immaginato e di cui è impossibile ipotizzare gli esiti, la vigilanza privata continua a dibattersi tra problemi che – con sistematicità bipartisan – sono stati ignorati da tutti i governi degli ultimi anni. Il tema del salario minimo, nonostante le campagne che si sono – seppur debolmente –  susseguite, si è nuovamente impantanato per assoluta assenza di riscontro politico. Per riaccendere i riflettori su un tema che a maggior ragione deve essere affrontato, in tempi in cui il caro vita diventa insostenibile, è stata organizzata una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati il 3 marzo dalle h 14 alle h 15. Si può seguire la diretta streaming collegandosi al sito della Camera o alla pagina Facebook dell’On. Jessica Costanzo.

Comunicato dell’On. Jessica Costanzo (M5S), XI Commissione, Lavoro Pubblico e Privato.

“Nonostante gli sforzi di questi anni, a tutt’oggi le Guardie Particolari Giurate sono sottopagate e rientrano in una categoria di lavoratori con la retribuzione fra le più basse d’Italia, con stipendi mensili che variano dagli 817 euro lordi del VI livello ai 950 lordi del IV livello. Anche la disciplina dell’orario di lavoro è in deroga alla normativa europea, cosi come la disciplina dei riposi, delle pause dal lavoro, del lavoro straordinario e notturno, che è regolata esclusivamente dal contratto collettivo. Peccato che il CCNL vigilanza privata e servizi fiduciari sia stato stipulato nel 2013 con valenza fino al 31 dicembre 2015. Ad oggi è quindi scaduto da 6 anni e 2 mesi! Manca totalmente un riscontro politico sulle condizioni in cui versano i 100mila addetti ai servizi di Vigilanza Privata e di sicurezza.

Per riaccendere i riflettori su questa annosa vicenda, abbiamo organizzato insieme a USB una conferenza stampa alla Camera mercoledì 3 marzo dalle 14 alle 15. Successivamente ci confronteremo con alcuni rappresentanti. È importante non abbassare la guardia: la mansione di guardia giurata necessita di un salario minimo, o comunque di una paga costituzionale. Se non sarà questa legislatura a occuparsene, occorre comunque focalizzare l’attenzione di tutti su questi temi per garantire ai lavoratori dei servizi di vigilanza e fiduciari tutele sacrosante.

Noi ci abbiamo provato: io personalmente ho presentato emendamenti, proposte, interrogazioni, risoluzioni in Commissione, ma qualunque governo si sia insediato non ha mai voluto ascoltarci. Il Parlamento è sordo di fronte a questi soprusi, proprio come il Governo. Per questo è ora di tornare a farsi sentire, riportando questo tema così sentito al centro delle istituzioni e del dibattito”.

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Comunicato USB Vigilanza

“I settori della vigilanza, della security e del multiservizi, soprattutto nell’ultimo ventennio, hanno visto una forte espansione e crescita economica alla quale, però, è corrisposto un abbassamento complessivo delle tutele per i lavoratori e lavoratrici sia in termini di salario che di diritti. È necessario un intervento legislativo che faccia giustizia in un settore importante e in una economia in cui si riaffaccia l’inflazione e il carovita che erodono e tagliano i redditi familiari. Intervento legislativo che introduca il salario minimo, disciplini l’orario di lavoro, i riposi, il lavoro straordinario e notturno, e l’inserimento della categoria nei lavori usuranti.

L’Unione sindacale di base ha elaborato una piattaforma del settore, che presenterà Giovedì 3 marzo, ore 14.00 a Montecitorio con una CONFERENZA STAMPA a cui seguirà un FORUM in cui interverranno:

Fabiola Bravi/Esecutivo Regionale Lavoro Privato USB;

Vincenzo Lauricella/USB Lavoro Privato – Vigilanza;

Avv. Simona Ferrero;

On. Jessica Costanzo, M5S.

I lavoratori e le lavoratrici della vigilanza parteciperanno anche al presidio per il salario minimo a Piazza Barberini a Roma, convocato dalla USB Martedi 8 marzo 2022 alle ore 10,00: CONTRO IL LAVORO POVERO, PER IL SALARIO MINIMO A 10 EURO L’ORA, PER LA RIAPERTURA IMMEDIATA DEL TAVOLO AL MINISTERO DEL LAVORO”.

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