Manca l’energia, mancano le materie prime e mancano pure gli uomini e le competenze. Un problema che sta diventando endemico in un settore, come la sicurezza privata, che ha forte richiesta di manodopera e da anni fatica a reperirla. E se in Italia la risposta si può facilmente trovare nei salari agghiaccianti della vigilanza privata e soprattutto del portierato, il problema risulta però essere più ampio: pare che infatti oggi in nessun paese europeo si trovi personale di sicurezza.
Lo attesta lo studio INTEL: Skills Intelligence for the Private Security Services cofirmato CoESS e UNI Europa – che rappresentano a livello europeo, rispettivamente, datori di lavoro e lavoratori del settore. Sebbene la carenza di manodopera sia particolarmente visibile al pubblico in questi tempi (lo attesta il disastro organizzativo anche negli aeroporti europei più blasonati, per carenza del personale di security e in generale di tutto il personale di terra), l’industria di settore affronta il problema da anni, secondo l’analisi.
Il 92% delle aziende intervistate segnala infatti crescenti difficoltà a trovare lavoratori negli ultimi 1-5 anni e il 48% delle imprese fatica a rispondere alla domanda del mercato proprio per carenza di lavoratori, segnalando nel 68% dei casi che tale carenza rappresenterà un serio problema per lo sviluppo nei prossimi cinque anni. E il fenomeno, secondo le parti sociali, è destinato a persistere e aggravarsi. Ma cosa ha portato a questo scenario?
Lo sviluppo tecnologico, accelerato dal Covid, ha cambiato la domanda, che è oggi più orientata su servizi innovativi e più complessi e che sta portando al declino le aree di servizio più tradizionali (es. il piantonamento). A fronte di questo cambio di scenario, la forza lavoro resta però dominata da uomini di mezza età che scontano scarse conoscenze in materia tecnologica, linguistica, IT. Insomma: una forza lavoro “vecchia” non solo sul fronte anagrafico, ma anche della formazione. Il tutto in un contesto in cui l’83% degli intervistati segnala appalti al minimo ribasso, che impediscono di predisporre piani salariali e formativi adeguati.
Rinnovare un CCNL scaduto da 7 anni potrebbe essere un inizio per rendere questo lavoro un filino più appetibile per giovani preparati, hi tech e poliglotti? Così, per dire…
Clicca qui per scaricare lo studio COESS- UNI Europa sulla mancanza di personale