Se ancora nel 2009 c’era una parvenza di tenuta, nel 2010 è calato tutto.
Gli istituti di vigilanza privata sono scesi da 879 a 860 e le guardie giurate sono passate dai 51.000 lavoratori del 2009 ai 47.945 addetti del 2010. Parliamo di un – 6%; lo stesso decremento che ha colpito i dipendenti specificatamente decretati come gpg. E siamo solo al 2010: chissà cosa ci riserveranno i consuntivi 2011. Tra l’altro c’è il rischio che, calando le guardie, calino anche i fatturati e riparta il circolo vizioso “meno fatturato – meno guardie – ancor meno fatturato – ancor meno guardie”. E via così, alla faccia della tenuta dei livelli occupazionali.
I segni più
Per fortuna c’è anche qualche dato in controtendenza.
In realtà è uno solo e viene dalla Puglia, prima per densità di istituti di vigilanza (ben 109 disseminati nella regione) e con un tasso di crescita occupazionale del 5,2%. Finalmente un segno positivo, assieme alla crescita generalizzata della presenza femminile in un mondo finora di esclusivo appannaggio maschile. Le donne si attestano infatti su una percentuale del 5,4% sul totale degli addetti.
I segni meno
Tocca alla produttiva Milano il primato per i licenziamenti, visto che le guardie sono calate ben del 10% rispetto al 2009, e questo nonostante Milano e Roma impieghino complessivamente un buon 24,4% degli addetti presenti sull’intero territorio nazionale. Dal canto suo, la Campania detiene la palma per il calo degli istituti (- 8%), anche a causa dei noti fatti giudiziari che hanno colpito varie aziende locali.
Queste cifre, elaborate da ASSIV su dati Inps con riferimento alle imprese che utilizzano il CCNL della vigilanza privata (escluse cooperative e consorzi), si commentano da sole. Se volete intristirvi ancora di più, potete sfogliare i grafici rilasciati dall’Osservatorio ASSIV sulla sicurezza sussidiaria e complementare.
Clicca qui per scaricare Vigilanza privata: rilevazioni ASSIV 2009/2010