ROMA – Un settore messo a nudo per un momento di lobby sano e trasparente. La vigilanza privata italiana si è presentata così alla politica: senza infingimenti, con i suoi numeri poco brillanti, le sue guardie più amate dalla satira che dai cittadini e le sue non poche magagne di categoria a mezza via tra la pubblica funzione e il libero mercato (clicca qui per vedere il video).
Questa la sintesi dell’interessante iniziativa promossa da FederSicurezza nella cornice dell’Hotel Nazionale in piazza Montecitorio, dove alcuni parlamentari hanno incontrato la vigilanza privata in una vera staffetta contro il tempo e gli impegni istituzionali.
Assolutamente trasversali le rappresentanze politiche presenti al confronto: Felice Belisario per l’Italia dei valori; Francesco Boccia per il Partito Democratico; Gianluca Galletti per l’Unione di Centro; Osvaldo Napoli (Vicepresidente dell’ANCI) per il Popolo delle Libertà e Gianluca Pini per la Lega Nord.
Il Presidente di Federsicurezza, Luigi Gabriele, e il Vice Presidente del CoESS, Antonello Villa, hanno tratteggiato luci e ombre di un settore dal forte potenziale e che tuttavia si dibatte tra la morsa di una crisi che non l’ha risparmiato, nonostante le pretese di resilienza, tra una riforma che fa acqua sotto tanti aspetti e tra un CCNL che non si rinnova da tre anni. Il tutto condito da patologie e distorsioni della concorrenza tutte peculiari del comparto.
La prima impressione ricavata è che il nostro sia un settore del tutto misconosciuto, dalla cittadinanza come dalla politica, non solo e non tanto per insipienza (di cui alcuni parlamentari hanno comunque fatto ammissione di colpa), quanto piuttosto per cattiva informazione. I media – noi inclusi – si mettano dunque una mano sul cuore e comincino a produrre informazioni più complete e qualificanti.
Questa forma di interlocuzione col decisore ha dato però una bella lezione di trasparenza al sistema, mostrandosi ben più efficace dei consueti tiraggi di giacchetta a Montecitorio.
Tutte le forze politiche rappresentate hanno infatti manifestato una concreta disponibilità a sviluppare azioni parlamentari coordinate nell’interesse del settore, delle aziende e dell’occupazione.
Il tutto con un onesto ed apprezzabile richiamo alla fattibilità: essendo impensabile oggi portare avanti delle proposte di legge, meglio estrapolarne gli articoli chiave ed inserirli in impianti già previsti dalla decretazione d’urgenza.
Insomma, si procede a piccoli passi, ma si avanza.
Chissà che non si apra una nuova era per la vigilanza: l’era del dialogo e della considerazione. L’era in cui gli Istituti di Vigilanza Privata possano acquisire la dignità – anche politica – di vere imprese che producono sicurezza nel paese.
Per una sintesi ragionata della giornata, cliccate sulla foto per far partire il video.