PIACENZA – Solennità, commozione e onore per i caduti di un mestiere sempre più complesso e pericoloso. Questa la sintesi del 7° raduno nazionale delle guardie giurate, che si è tenuto il 18 aprile nel giardino pubblico di Piacenza nei pressi della chiesa di San Corrado, dove sorge il monumento alle GPG eretto per volontà dell’Associazione Guardie Giurate in Congedo.Erano presenti Autorità civili, militari e religiose, Istituti di Vigilanza e naturalmente tante guardie. Il Presidente Nazionale Giordano Lacasella, veterano del mestiere, ricorda con una vena di nostalgia i tempi in cui la GPG faceva la ronda in bici, carica di gettoni del telefono da usare in caso di emergenza. “Un tempo la scorta valori veniva effettuata presso la banca: la GPG affiancava il personale bancario nelle operazioni di carico/scarico e nel trasporto del danaro, ma il servizio di trasporto valori era di competenza del personale bancario, che si muoveva su mezzi di proprietà della banca”.
Quanto sono cambiate le cose da allora? “I servizi si sono evoluti soprattutto sul fronte tecnologico: ora esistono sistemi radiogeni, teleallarme, strumenti sempre più sofisticati di controllo degli accessi e controllo ronde. Di conseguenza sono cambiati gli equipaggiamenti e la stessa tipologia di servizio offerta”.
E lei ritiene che si stava meglio quando si stava peggio? “Il nostro è sempre stato un lavoro pericoloso e difficile, ma un tempo c’era maggior spirito di corpo e un senso di partecipazione alla mission aziendale che si è perso nel tempo. Le leggi che si sono susseguite hanno portato maggior sicurezza e più garanzie, anche occupazionali, per le guardie giurate. Contemporaneamente hanno ridotto le possibilità di guadagno per chi aveva bisogno di lavorare. Per carità, è giustissimo che ci sia una limitazione massima agli straordinari, e soprattutto è giusto che non si possano imporre ore lavorative extra orario. Tuttavia chi aveva bisogno di mettere da parte due soldi, un tempo lo poteva fare. Ora, nonostante arrotondamenti e straordinari, la retribuzione resta sempre molto bassa. Infine, la frammentazione sindacale e una concorrenza sempre più agguerrita non aiutano il settore a crescere”.
Allora forse davvero si stava meglio quando si stava peggio.