ROMA – Le guardie giurate stanno perdendo la pazienza. Lo hanno gridato nelle varie manifestazioni di questo settembre di fuoco: serve un cambio di passo professionale, contrattuale e di maggiore rispetto verso chi opera nella vigilanza privata.
Si è partiti il 7 settembre con la VI Festa Provinciale della Guardia Giurata a Chieti, il tradizionale “convegno con finale ludico” organizzato da Uiltucs Abruzzo (UIL). Presenti le istituzioni locali ma assenti le altre sigle sindacali, il convegno è stato occasione per discutere della Guardia Giurata come figura professionale in evoluzione. Si è quindi affrontato il tema della formazione e di un CCNL ancora da rinnovare e che si appresta ad un cammino verso i ministeri dell’Interno e del Lavoro.
Poi c’è stata la manifestazione indetta dall’AGRI a Roma per lo scorso 11 settembre. Benché sia stata scarsa la partecipazione delle guardie giurate, è stato però centrato l’obiettivo primario: essere ricevuti in delegazione ristretta negli uffici della Presidenza della Repubblica. La delegazione ha consegnato una disamina del settore con le relative proposte di modifica ed ha chiesto alla Presidenza di adoperarsi per far indire rapidamente un tavolo di concertazione con tutte le forze sociali, AGRI inclusa.
Grande risonanza mediatica ha poi avuto l’azione delle guardie giurate ex Ancr-Urbe Roma che si sono arrampicate il 12 settembre sull’Arco di Costantino per protestare contro il mancato assorbimento nelle partecipate di Roma Capitale. Su queste guardie giurate pende la scadenza, al prossimo 30 settembre, del contratto a temine con la società Multiservizi presso la quale sono stati finora “parcheggiate”.
Infine il 19 settembre è stata la volta di A.N.G.G.I., che ha ricordato con una sequenza di lenzuoli insanguinati che le guardie giurate uccise in servizio non sono morti bianche, ma omicidi per mano della delinquenza. Il presidio, poco nutrito ma vistoso, è stato ricevuto a Palazzo Madama da Luigi Perruzzotti (Lega Nord), che ha chiesto di inviare una lista di modifiche da apportare al DM 269/2010 in tema di sicurezza sul lavoro (es. utilizzo di soli mezzi blindati e di minimo tre gpg per qualsiasi servizio di trasporto valori e due gpg per la pattuglia), pulizia del mercato e conservazione dei posti di lavoro (es. sanzioni per gli istituti di vigilanza che commettono illeciti e assorbimento immediato delle guardie in servizio presso altri Istituti nel caso di sospensione della licenza, ma anche istituzione di un registro unico delle guardie in mobilità presso i CAF). E la qualifica di pubblico ufficiale o di polizia giudiziaria in ambito di servizio.
Impossibile prevedere se questi eventi porteranno frutto e se l’inatteso risveglio di interesse delle istituzioni verso la vigilanza privata non si debba all’imminente campagna elettorale, ma male di certo non fa.
E’ da rivelare la presenza alle manifestazioni di settore di quasi tutti sindacati autonomi (e non anche della triplice).