In ottobre le imprese della vigilanza privata minacciavano il recesso unilaterale dal CCNL per “sopravvenuta impossibilità di sostenere gli oneri del contratto nazionale e di secondo livello”. In sintesi: non c’era trippa per gatti. In quell’occasione le imprese chiesero al governo dei correttivi, ritenuti necessari per la sopravvivenza degli Istituti di Vigilanza Privata: 1) esonero del settore dal D. Lgs. 66/03 (orario di lavoro); 2) circoscrizione del campo di applicazione della vigilanza privata; 3) applicazione delle tabelle di congruità negli appalti; 4) censura dei network (approfondisci qui).
Ora, però, le trattative stanno vivendo un momento di ripresa. Che sia tornato a splendere il sole sulla vigilanza privata?