Sicurezza nelle discoteche: servono norme diverse e lotta all’abusivismo

06 Set 2019

di Ilaria Garaffoni

Un nuovo protocollo di intesa per codificare le regole per vendere un divertimento più sano, con discoteche più sicure e meno alcol a disposizione di giovani e soprattutto giovanissimi. Sono gli imperativi dell’accordo siglato lo scorso 12 Luglio al Viminale dall’ex ministro dell’Interno e dai rappresentanti delle associazioni dei locali da ballo e di pubblico intrattenimento. Si tratta di un protocollo di indirizzo, quindi privo di cogenza, ma impegna le parti ad ottemperare ad una serie di misure volte ad accrescere la sicurezza nei locali, a garantire una formazione idonea del personale ed a prevenire l’abuso di alcol. Al netto di ogni considerazione sull’avvicendamento di Governo, abbiamo chiesto un commento a chi si occupa in prima persona della sicurezza nei locali. Ecco la nostra intervista a Franco Cecconi, Presidente AISS (Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria).

La nuova bozza di protocollo per definire linee guida di sicurezza più stringenti per i gestori dei locali coinvolgerà anche l’operato degli addetti alla sicurezza?

Certamente sì, visto che sono gli addetti alla sicurezza ad interfacciarsi per mansione con il pubblico, il gestore e le Forze dell’Ordine. Il fatto anomalo è però che in questo accordo AISS non sia stata interpellata né citata, come se la sicurezza nei locali venisse operata da singoli individui e non coordinata da aziende specializzate del settore, peraltro titolari di una licenza di Polizia ai sensi del art.134 TULPS. Sembrerebbe l’ennesimo tentativo delle Associazioni dei gestori dei locali di tagliare fuori dal loro mercato le agenzie di sicurezza, scomodi interlocutori che impediscono eccessive ingerenze dei gestori nell’ambito del settore security perché – ovviamente – incidono sui budget. “Incredibilmente” però l’accordo quadro ricalca una serie di richieste dell’AISS che rimbalzano sui tavoli del Ministero dell’Interno sin dal 2012…

In tempi in cui anche i luoghi di pubblico intrattenimento possono essere oggetto di attentati terroristici (vedi teatro Bataclan di Parigi), di quali misure di sicurezza e sistemi di controllo degli accessi sono dotati i locali da ballo italiani?

Le indicazioni della nostra Associazione si sono adeguate nel tempo al degenerare della situazione, anche sotto il profilo dell’antiterrorismo, per contrastare il quale nulla però è stato fatto in materia di discoteche. E’ lodevole tuttavia l’iniziativa del capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli sulla gestione degli eventi: lì sono state stilate delle prescrizioni molto utili alla prevenzione e alla dissuasione, indicazioni che andrebbero estese anche alle discoteche. Resta il fatto che la componente umana, pur corrispondendo ad una serie di requisiti anche di formazione, senza una figura giuridica specifica, può ben poco contro le sempre nuove problematiche emergenti (alcol, droga, episodi violenti).

Cosa chiedete al nuovo Governo?

Come Associazione richiediamo l’installazione obbligatoria di sistemi di telecamere a circuito chiuso, sia fuori che dentro ai locali; la possibilità di effettuare il pat down, anche con l’ausilio di metal detector manuali; un numero congruo  di operatori in servizio (è qui che nascono i principali dissidi con i gestori); una diversa figura giuridica per gli operatori (in particolare chiediamo la qualifica di incaricato di pubblico servizio come per gli steward dello stadio); una revisione delle regole di intervento, perché le modalità previste dal DM 6 ottobre 2009 si sono rivelate inefficaci. Ovviamente qualunque intervento volto alla prevenzione andrebbe pianificato da un esperto del settore …che non è di certo il gestore della discoteca.

L’abusivismo è una piaga del settore: quali iniziative sono state messe in campo per rispondere a questo fenomeno?

Nessuna iniziativa fattiva, se non una serie di controlli a macchia di leopardo che non garantiscono la lotta alle irregolarità e all’abusivismo nemmeno dal punto di vista giuslavoristico. Una soluzione potrebbe essere uno sportello per le segnalazioni perché, nonostante le nostre indicazioni, nulla è stato fatto. Vogliamo evidenziare in questo contesto l’uso scriteriato, durante gli eventi, delle associazioni di volontariato, prive dei titoli di polizia necessari e non formate all’uopo.

Il rapido avvicendamento di Governo potrebbe cambiare le cose. Quali auspici formulate?

Esprimo innanzitutto, a nome mio e dell’Associazione che rappresento, le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro al nuovo Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.  Sono certo che l’elevata competenza istituzionale e la grande conoscenza del Viminale da parte del neo Ministro dell’Interno saranno messe anche a disposizione delle Agenzie titolari di licenza di polizia ai sensi dell’art. 134 TULPS, al fine di risolvere con urgenza la grave situazione in cui versa la nostra categoria. Come AISS chiediamo di poter essere ascoltati ed invitati al tavolo del Ministro.
La Sicurezza è un valore trasversale, che non dovrebbe avere colore politico: chiediamo quindi l’ attenzione di tutti i partiti che sosterranno la maggioranza per sanare le contraddizioni legislative che affliggono il settore, in particolare quelle che equiparano soggetti non in possesso di titoli autorizzativi alle agenzie con licenza ministeriale.

 

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