Lavorare in una città come Venezia è un raro privilegio; lavorarci però durante una pandemia ha richiesto un vero atto di fede per sostenere un sistema produttivo purtroppo al collasso. Gaetano Castellano, titolare di Castellano Vigilanza, realtà che da 95 anni è punto di riferimento per i servizi di vigilanza privata e sicurezza per le aziende del triangolo industriale veneto e associato UNIV, ha affrontato la fase 1 in un mercato completamente fermo e si prepara ad una fase 2 con coraggio, voglia di ripartire e un’offerta che unisce servizi professionali e hi tech.
Operate in un’area molto colpita non solo sul fronte strettamente epidemico, ma anche sul fronte economico: Venezia. Come avete vissuto la fase uno?
Premetto che la mia azienda ha continuato ad operare regolarmente durante tutte le fasi dell’emergenza, grazie soprattutto alla professionalità e alla disponibilità dei miei collaboratori che si sono spesi oltre il dovuto per garantire la continuità operativa a beneficio dei nostri clienti. Abbiamo da subito seguito le linee guida che venivano impartite dalle istituzioni nazionali e territoriali, mettendo al primo posto la salute e la sicurezza dei lavoratori, pur con le difficoltà iniziali nel reperire i DPI necessari e nell’adottare nuove procedure necessarie a riorganizzare le attività. L’impatto dell’emergenza sanitaria sul tessuto economico del centro storico di Venezia è stato devastante. Parliamo di una delle città più visitate al mondo, che vive prevalentemente di un turismo estero e con ampissime disponibilità di portafoglio, quindi difficilmente rimpiazzabile se le frontiere resteranno chiuse a lungo. Una città-museo che, a seguito di quanto accaduto, si è dovuta fermare completamente.
Eppure voi avete continuato a servire la clientela. E del resto è in questi momenti che l’etica di filiera diventa elemento cruciale per ricostruire una ripresa. Potremmo dire che l’etica in questo frangente assume i contorni dell’atto patriottico…
Le imprese, specie in questo momento, devono comprendere che sono parte di un “sistema” e che la ripresa dipende da tutti noi e dalle sinergie che riusciremo a mettere in campo. Secondo questa logica è naturale che, nei limiti delle possibilità di ciascuno, si favoriscano le attività sane che si trovano in sofferenza a causa dell’emergenza, ma che non venga concesso spazio ai soliti “furbetti”. In sostanza: chi ha bisogno di tempo merita assolutamente tempo e risorse, ma chi approfitta della situazione accampando pretesti è bene che si faccia gentilmente da parte.
Siamo entrati in una fase due piena di incognite, ma anche di energia e voglia di ripartire. Qual è la sua impressione sui mesi che ci attendono?
Saranno certamente tempi difficili per tutte le imprese e specialmente per la filiera del turismo.
Credo si tratterà di un processo lento e con molte incognite, condizionato in maniera importante dalle tempistiche della ripresa della circolazione internazionale. Molto dipenderà dalle scelte strategiche che saranno fatte a livello istituzionale e dall’andamento futuro della pandemia.
Gli ultimi decreti offrono nuove possibilità di servizio anche su territori finora off limits per la vigilanza privata: spiagge, parchi, mercati. La componente tecnologica assume poi un ruolo di spicco nell’offerta di servizio. Come si è evoluta la vostra offerta?
Da subito ci siamo strutturati per rispondere alle nuove necessità del mercato. Abbiamo formato i nostri operatori per svolgere in un modo nuovo le attività di controllo accessi, dalla rilevazione della temperatura alla verifica della disponibilità e del corretto utilizzo dei DPI. Per completare la nostra offerta tecnologica abbiamo introdotto strumenti evoluti, quali telecamere ad alta precisione per la lettura della temperatura corporea delle persone.
Se si trovasse davanti il Presidente Conte, cosa gli chiederebbe?
Chiarezza nelle direttive e nelle norme da rispettare, una politica concreta che favorisca la ripresa delle attività.
Chi vorrebbe fosse il prossimo intervistato di www.vigilanzaprivataonline.com?
Qualcuno in grado di far comprendere all’opinione pubblica e alle istituzioni quanto il comparto della vigilanza privata sia importante, come abbiamo pienamente dimostrato in questo periodo.