Guardie giurate e formazione: poca qualità, grandi rischi

12 Mag 2018

di Ilaria Garaffoni

formazione in biancoFormazione degli addetti alla security: in bianco, incompleta, astrusa, somministrata da enti e docenti senza adeguate qualifiche. Certamente ci sono virtuose eccezioni, ma in linea generale le guardie giurate non risultano essere particolarmente preparate al rischioso e complesso lavoro che devono svolgere. Per giunta spesso armate. E spesso in aree a rischio terrorismo. Ne abbiamo parlato (per la seconda volta!) con Leandro Abeille, sperando che stavolta ci dia notizie migliori.

La riforma del settore disegnata nel 2008 impone una rivoluzione qualitativa che non può che partire da un rinnovato impianto formativo (anche se il Decreto sulla formazione stenta ad arrivare)…

E’ drammaticamente vero. La Guardia Giurata, quale Incaricato di Pubblico Servizio, rappresenta la necessaria figura giuridica per svolgere il lavoro di security così come si va profilando in Italia ed in Europa. E’ però arrivata come una doccia fredda, senza la necessaria preparazione del personale operante. Di conseguenza viene, a seconda dei casi, reputata inutile da quelli che vorrebbero essere pubblico ufficiale (come se a costoro servissero i poteri certificativi e autoritativi) e distorta da altri, in una sorta di “mini agente” di polizia. Vedo troppo spesso inutili spillette sulle uniformi con la scritta “incaricato di pubblico servizio”, ma nessuno che si renda conto che la qualifica dà alcune garanzie, come, ad esempio, la stessa tutela dei pubblici ufficiali quando si viene picchiati, ma anche simili obblighi giuridici. Mi piace pensare che le G.P.G. siano “sentinelle della legalità”, ma ad oggi non è possibile rilevare le loro denunce rispetto ai reati procedibili d’ufficio di cui vengono a conoscenza in servizio o a causa del servizio. Ecco: la denuncia per questi reati è un obbligo per gli incaricati di pubblico servizio e non lo è, invece, arrestare per reati per i quali spesso non ne hanno neanche la facoltà.

Qual è il livello generale di preparazione delle guardie?

Nella media piuttosto scarso, purtroppo. Per alcuni addirittura pericoloso, se armati. Di questo non faccio certo una colpa ai singoli, ma a tutto un sistema che non forma adeguatamente e non controlla la formazione. Non è possibile avere persone che dovrebbero essere “professionisti della security” che non sanno se e come portare un paio di manette di sicurezza, quando poterle usare e soprattutto quando poter usare le armi in dotazione. A seconda dei casi, questa ignoranza può costare la galera, o peggio la morte.

Dal suo osservatorio privilegiato, come si configura l’attuale proposta di offerta formativa sul mercato?

Da quanto mi risulta, esistono due tipi di offerte: una economicamente più impegnativa che garantisce una preparazione adeguata, ed una meno onerosa che si trasforma nella fornitura di attestati senza un progetto formativo specifico oppure, nel migliore dei casi, una formazione incompleta. Evidentemente non si è capito un punto fondamentale: una guardia giurata ben selezionata e ben addestrata è molto più efficiente ed efficace di una che è stata impropriamente scelta e formata. Fino a che gli organi deputati al controllo degli istituti di vigilanza non sanzioneranno gli Istituti che non rispettano la legge (nel caso i DM 269 e 154 per la parte relativa alla selezione e alla formazione), ci ritroveremo Guardie Giurate che non sanno come lavorare. In un certo senso mi viene da pensare male: le Guardie Giurate poco preparate fanno comodo perché si utilizza la loro ignoranza per non riconoscerle quali professionisti della security, anche dal punto di vista strettamente economico.

Come si esce dall’impasse?

Bisognerebbe capire che la G.P.G. ben addestrata è una risorsa per l’Autorità di Pubblica Sicurezza e soprattutto per le aziende, che quei pochi euro in più spesi per una formazione adeguata possono moltiplicarsi nei dividendi. Riuscendo a farlo capire ai committenti, le aziende potrebbero davvero ricorrere alla qualità, invece che al massimo ribasso, infatti, il vecchio adagio: “poco pagare, poco valere” è applicabile anche alla vigilanza privata. Varrebbe la pena percorrere soluzioni finanziate dai fondi interprofessionali sia con procedure dirette da parte degli istituti, sia con la formula delle Associazioni di categoria. Insomma, manca proprio un progetto formativo per le gpg.
Un grande aiuto può essere dato dai direttori tecnici e dai security manager nell’attività quotidiana di “training on the job”, ma purtroppo non tutti sono adeguati alla figura. Quando una figura apicale è inadeguata, il risultato sulle figure sottoposte diventa drammatico.

Ma chi forma i formatori? (annosa quaestio)

Generalmente i docenti per i corsi iniziali (quando si fanno davvero) sono “amici” dei titolari degli istituti. Troppo spesso insegnano persone che, seppure esperti di legge, sanno poco o nulla di operatori di vigilanza privata e del loro modus operandi giornaliero. Le guardie Giurate devono conoscere poche regole che sono indispensabili. Quando, dopo aver frequentato un corso on line, una G.P.G. conosce l’art. 139 TULPS ma non sa applicarlo correttamente, vuol dire che la formazione ha fallito. L’Istituto avrà adempiuto agli obblighi di legge, ma metterà in strada una Guardia Giurata che, nella migliore delle ipotesi, sarà inutile, se non un vero pericolo per sé e per gli altri.

Online si trovano vari corsi per “aspiranti GPG”…

Sono quasi totalmente inutili quando organizzati e svolti dai enti formativi privati: aver frequentato corsi “da privatista” non fornisce alcuna garanzia di maggior appetibilità per essere assunti da un Istituto di Vigilanza, che comunque è obbligato a fornire la formazione necessaria dopo l’assunzione erogata da società o docenti qualificati ed autorizzati dal Ministero dell’Interno, nel rispetto di programmi di lezione e durate ben stabilite da ultimo con le Circolari del Capo della Polizia del febbraio 2016. Attenzione, non sto parlando di quei corsi organizzati dagli istituti di vigilanza privata in un quadro progettuale di formazione completa che si estende anche su altri settori di conoscenze – che sarebbero invece altamente auspicabili.

Maggiore professionalità si profilerà però per i corsi di formazione per guardie che svolgono servizi di sicurezza sussidiaria (in porti, aeroporti etc)…
Anche i corsi DM 154 (e aeroportuali) devono essere insegnati da istruttori certificati che operano nell’ambito di società a sua volta certificate. Generalmente sono più professionali rispetto ai corsi iniziali, anche se, qualche volta, la formazione fornita è di bassa qualità. Se ne accorgono le commissioni durante gli esami di certificazione delle Guardie Giurate. Di sicuro in 20 ore (più 20 pratiche) non si possono fare miracoli, soprattutto se il frequentatore presenta una scolarità “lontana nel tempo” e modesta nei contenuti (licenza media acquisita 30 anni or sono!), ma quando la percentuale dei respinti dalla commissione è superiore al 50-60% c’è un problema che spesso riguarda proprio la formazione. Discorso a parte dovrebbe essere fatto in merito alla necessaria ed auspicata standardizzazione delle prove di esame (in linea con quanto avviene nel settore aeroportuale) che vede, purtroppo, macroscopiche differenze di gestione tra una commissione ed un’altra. Sono venuto a sapere – durante una conversazione informale – che in una commissione è stato chiesto alla GPG se sapeva come vengono pesate le navi per la definizione della stazza. Roba dell’altro mondo!

E i corsi cd. facoltativi?

In questi corsi “facoltativi”, come i corsi sulla “scena del crimine” ed “antiterrorismo”, danno punteggio per le gare d’appalto, ma i docenti spesso sono persone che una scena del crimine l’hanno vista su “CSI” ed un terrorista su “Homeland”. Ancora mi fa sorridere uno pseudo-formatore che, insegnando norme di safety (D.Lgs 81/08), elargì attestati di antiterrorismo e nozioni sulla scena del crimine. Alle Guardie Giurate che hanno frequentato quel corso è stato fatto un torto: non credo sappiano cosa non fare su una “scena del crimine” né abbiano nozioni efficaci sulla motivazione terroristica o sulle tecniche di prevenzione e contrasto di un attentato.

Un consiglio per i committenti degli Istituti di Vigilanza: prima di dare per “buono” qualsiasi attestato, sarebbe corretto farsi dare anche il programma del corso ed il curriculum del docente. Non è un vantaggio per nessuna società e neanche per la comunità avere una Guardia Giurata non adeguatamente preparata all’interno di un’infrastruttura critica.

(*) Leandro Abeille, sociologo, già docente di Sociologia Generale all’Università “Tor Vergata” di Roma, Docente Formatore dei Formatori certificato KHC, OSCE Certified Law Enforcement Instructor, Istruttore Certificato di Maritime Security, Formatore della Sicurezza Aeroportuale, Formatore D.Lgs 81/08 ed Istruttore ASI di Tiro a segno. Esperto in Scienze Forensi e Antiterrorismo, giornalista esperto nelle tematiche inerenti la security.

I Video


Consigliati


Archivi