Il trasporto valori chiede sicurezza al ministero dell’Interno

20 Dic 2016

di Ilaria Garaffoni

sparo-pistolaUn colpo da 4 milioni di euro al caveau di Sicurtransport con tanto di ruspa, kalashnikov, auto incendiate, chiodi sull’asfalto.  Questo lo scenario nel quale operano le guardie giurate nelle zone ad alta penetrazione criminale. E lo Stato dov’è? Se non riesce a controllare il territorio, il lavoro degli Istituti di vigilanza privata, scorta e trasporto valori, chiamati a svolgere funzioni di sicurezza complementare, rischia di fallore. Su impulso di Federsicurezza, il Ministero dell’Interno ha quindi incontrato il 14 Dicembre le rappresentanze di categoria. Le richieste? Maggiore attenzione del sistema bancario sui criteri per l’affidamento dei servizi di custodia, contazione e trasporto valori; intervento di Bankitalia sulla pericolosità dell’eccesso di giacenze (la cui responsabilità è spesso scaricata sull’ultimo anello della catena) e infine la riapertura, su basi cogenti stavolta, del confronto con ABI, Bankitalia, Ministero dell’Interno, Poste, GDO e Associazioni rappresentative degli Istituti di vigilanza privata, scorta e trasporto valori.

Il punto è – ricorda Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza  – che lo Stato non può farsi sentire solo per imporre oneri di sempre maggiore formazione, qualificazione e specializzazione: deve anche tutelare la categoria. E magari defiscalizzare i costi.
“Questa situazione, di per sé critica, si accompagna al paradosso per il quale le attività di custodia, contazione e trasporto valori continuano a non rientrare nel perimetro di applicazione della legge 146 del 1990 sui servizi pubblici essenziali”.

L’incontro si è concluso con l’impegno di tutte le rappresentanze datoriali di far prevenire al nuovo Ministro le rispettive proposte operative.

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