Il trasporto valori secondo BTV

26 Apr 2024

di Ilaria Garaffoni

BTV (che tre anni fa aveva acquisito il ramo trasporto e contazione di Coopservice e che ha da poco inglobato il trasporto valori di Sicuritalia Ivri) è oggi il numero uno del trasporto valori con 1.900 addetti, 31 filiali e sale conta e 170 milioni di ricavi. Ne abbiamo parlato con Paolo Spollon, CEO BMC e BTV SPA Gruppo Battistolli.

BTV accorpa oggi i rami d’azienda del trasporto valori di altri importanti player del settore, diventando di fatto leader nel segmento. Perché avete fatto questa operazione?

Il primo obiettivo era aumentare la scala dimensionale: una strategia che permette di efficientare i costi, rafforzare le sinergie per ottimizzare processi e risorse e in definitiva migliorare l’efficienza operativa. L’operazione permette poi di diversificare il portafoglio e accedere a nuovi mercati e clienti, mitigando quindi i rischi legati all’andamento di un singolo segmento. Per ultimo, ma non certo per importanza, l’accorpamento ci permetterà di accedere a nuove tecnologie e competenze per continuare a migliorare i sistemi di sicurezza e sviluppare nuovi processi gestionali e nuove proposte per la clientela. In una parola: innovare il modello di business


La leadership comporta però delle responsabilità importanti e il momento storico non è particolarmente favorevole…

Ne siamo consapevoli. Il leader deve saper affrontare sfide e problematiche complesse: uno dei nostri compiti sarà quello di trainare l’intero comparto del trasporto valori e del trattamento del denaro contante con senso di responsabilità, etica, integrità, trasparenza e correttezza nei rapporti con lavoratori, clienti, fornitori e autorità competenti, il tutto prestando la massima attenzione alla tutela delle nostre risorse umane, energia insostituibile dell’azienda per la migliore esecuzione di tutti i servizi, investendo costantemente nella loro formazione. Dovremo in sostanza saper combinare innovazione e investimenti, nel pieno rispetto della compliance normativa e della sicurezza di uomini, mezzi e valori e dei dati, al fine di contribuire fattivamente allo sviluppo del settore con standard e best practice sempre più elevati e rigorosi.

…il tutto in un segmento ad alta specializzazione e con forti tassi di rischio, uniti ad una riduzione sempre più sensibile del contante in circolazione. Eppure pare che la domanda stia tenendo…

Confermo: nonostante la crescente diffusione dei pagamenti digitali, la domanda di trasporto e trattamento del denaro contante rimane sostanzialmente stabile. Assistiamo però ad una rimodulazione dei servizi: il contante resta infatti la quota maggiore di trasportato, ma è sempre più affiancato da valori “alternativi” che fanno aumentare le richieste di servizi personalizzati e flessibili per soddisfare le esigenze di una clientela diversificata. Ricordo che il trasporto valori è un segmento altamente specializzato e caratterizzato – giustamente – da elevati standard di sicurezza. Questo implica l’uso di tecnologie avanzate, di procedure stringenti e di personale altamente qualificato. La forte regolamentazione a livello nazionale e internazionale ci impone severi protocolli di sicurezza e di conformità, che esigono investimenti molto significativi.


La riduzione del contante non è dunque l’unica criticità?

Purtroppo no. La sia pur lenta, ma progressiva riduzione dell’uso del contante si accompagna ad un clima ad alta competitività, costi operativi elevati che comprimono i margini e, da ultimo, difficoltà a reperire personale qualificato e affidabile. La compliance normativa è un altro tema critico: l’adeguamento continuo alle normative in materia di sicurezza, antiriciclaggio, privacy e cyber security comporta oneri e complessità sempre crescenti.

Non ci dà nemmeno una buona notizia?

Certamente il trasporto valori può offrire diverse opportunità per le aziende che sanno innovare e diversificare attraverso servizi integrati e personalizzati che aggiungono valore per il cliente, nel rispetto dell’evoluzione del contesto normativo e tecnologico. L’adozione di applicazioni avanzate come l‘intelligenza artificiale, la robotica e la blockchain, ad esempio, può migliorare l’efficienza, la sicurezza e la tracciabilità dei servizi. E poi ci sono temi macro come la sostenibilità: un motore di crescita e un nuovo potenziale modello di business in grado di generare valore di lungo periodo. Adottare modelli di business sostenibili, che integrano criteri ambientali, sociali e di governance, migliora la reputazione e può attrarre nuova clientela. E infine la collaborazione tra aziende del settore, istituzioni e parti sociali può favorire lo sviluppo di soluzioni innovative e la definizione di più elevati standard comuni.


Non abbiamo ancora toccato un tema di assoluta attualità: il sensibile aumento del costo del lavoro dovuto ai rinnovi contrattuali. Come reagisce l’utenza finale?

L’aumento del costo del lavoro si inserisce in una situazione già di per sé non semplice, cui si somma la difficoltà di trovare compensazioni attraverso equi adeguamenti tariffari. In generale, si ravvisa maggiore sensibilità nella committenza privata: del resto le aziende private hanno più flessibilità nel rinegoziare i contratti e spesso più attenzione al rapporto qualità-prezzo. La committenza pubblica, invece, è vincolata da criteri di spesa più rigorosi e da tempi di adeguamento più lunghi. Il tutto, purtroppo, con la tendenza a privilegiare il prezzo più basso, generando non di rado appalti al ribasso inconciliabili con la qualità del servizio e la sostenibilità economica.

Non resta che sperare in un sostegno dal Governo, dunque? E cosa chiederebbe?


La collaborazione tra Governo, parti sociali e imprese è fondamentale per trovare soluzioni che garantiscano la sostenibilità del settore, la qualità del servizio e la sicurezza di uomini e beni.
Al Governo chiederei incentivi fiscali, sburocratizzazione per facilitare gli investimenti e l’innovazione (come incentivi per l’adozione di tecnologie avanzate) e soprattutto una profonda revisione del sistema degli appalti pubblici capace di introdurre criteri di qualità e sicurezza e di abolire le offerte al prezzo più basso. Sarebbe utile anche ottenere dei sostegni nella creazione di percorsi formativi specifici per gli addetti al settore del trasporto valori.


E lato comunicazione?

Servono campagne di sensibilizzazione che promuovano l’importanza di avvalersi di un servizio di trasporto valori sicuro e affidabile. E che valorizzino anche il nostro personale, oggi ben lontano dal Vito Catozzo dell’immaginario collettivo degli anni 80.

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