Prima vittoria del governo sui costi della sicurezza negli eventi calcistici: il decreto stadi, che si avvia ora al Senato, prevede un contributo “non inferiore all’1% e non superiore al 3% degli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti”, per coprire una parte degli straordinari e delle indennità delle forze dell’ordine. Meno di quanto voleva il Premier (i soldi veri i club li incassano con i diritti televisivi, sui quali comunque Renzi conta di mettere in parte le mani), ma certo più di quanto non gradisca Federcalcio. Resta però un interrogativo di fondo, sul quale non tutti forse si soffermano adeguatamente: la polizia è davvero l’unica risorsa da mettere in campo per proteggere l’esterno degli stadi? All’ultimo congresso sulla sicurezza integrata pubblico-privato, il sen. Maurizio Gasparri (FI) ha ricordato che “gli steward, impiegati all’interno degli stadi nelle manifestazioni sportive, non possono ovviamente fronteggiare incidenti o dirimere scontri”, quindi non sono certo impiegabili all’esterno delle strutture. Non sarebbe però impensabile – ha proseguito Gasparri – studiare un’ipotesi di intervento integrato, ciascuno per le proprie specificità e prerogative, che coinvolga anche il settore della vigilanza privata all’esterno degli stadi. Immediata la risposta di Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza: “la vigilanza privata può mettere a disposizione risorse, knowhow e professionalità per operare in maniera integrata, fermo restando il rispetto delle reciproche competenze, a garanzia della sicurezza fuori dagli stadi. Chiediamoquindi attenzione e coinvolgimento da parte dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, allo scopo di individuare possibili spazi di utile intervento da parte degli operatori della sicurezza privata. Confidiamo in un confronto ex ante aperto e produttivo, che non ripeta la fallimentare esperienza degli steward”.
Sicurezza negli stadi a carico dei club: possibile coinvolgimento della vigilanza privata?
di Ilaria Garaffoni