Maglia nera alla vigilanza privata, sul cui mercato – pur in costanza di certificazione obbligatoria e termine di adeguamento ultrascaduto – operano ancora l’11% di realtà non conformi. Ma maglia nera anche alle Prefetture: oltre la metà non ha infatti pubblicato l’elenco delle imprese autorizzate e in troppi casi non dispone di elenchi aggiornati. Questi gli highlights dello studio realizzato da ANIVP, aderente a Confedersicurezza e Servizi, e intitolato “Istituti certificati e licenze prefettizie: dati a confronto”.
Effettuato tra aprile e agosto 2021, e aggiornato in ultimo al 9 ottobre 2021, lo studio vuole fare il punto della situazione sugli Istituti di Vigilanza attualmente autorizzati ad operare in Italia: quali e quanti sono, e da quali Prefetture sono stati autorizzati. I dati sono stati raccolti direttamente dalle Prefetture, sia dalle liste pubblicate sui siti di pertinenza, sia tramite un richiesta diretta alle Prefetture stesse.
I dati raccolti si riferiscono a oltre l’80% delle Prefetture, nonché a 421 Istituti di Vigilanza autorizzati da queste.
Tra i risultati più interessanti, spicca la percentuale di realtà autorizzate ma prive della certificazione DM 115/2014: l’11%. La Prefettura con il maggior numero di Istituti di Vigilanza autorizzati risulta essere Roma.
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