Ancora su FS Security: Confedersicurezza grida al rischio occupazionale

13 Feb 2023

di Ilaria Garaffoni

I commenti di Bastiancontrario suscitano il consueto vespaio: riprendiamo di seguito la “ribattuta” di Luigi Gabriele (Presidente di ConFederSicurezza e affezionato lettore), che, in merito alla vicenda FS Security, oltre a non attendersi redenzione da parte di Ferrovie dello Stato, invita a verificare con attenzione il rispetto delle regole, almeno in tema di appalto, ed in particolare l’abuso (anche da parte pubblica) del massimo ribasso. Infine lancia una provocazione: che FS abbia fiutato il business della formazione e voglia proporlo anche fuori dalle mura delle grandi stazioni?

Caro Bastiancontrario,

ricordo che da tempo era in aere ferroviario il desiderio di affermare un nuovo primato aziendale gestendo la sicurezza dell’utenza di Grandi Stazioni.
E poi le Grandi Stazioni non sono un po’ la frontiera ferroviaria anche interna del Bel Paese? E poi infrastrutture ed Interni cominciano entrambi per I. ed entrambi i dicasteri hanno avuto ed hanno un titolare affezionato cultore del bene sicurezza. E poi, da noi, poco esterofili e mediocremente anglofoni, l’esatta traduzione di security non raggiunge la maggioranza della popolazione, né purtroppo quella degli addetti ai lavori, molti dei quali fanno ancora confusione fra sicurezza e Vigilanza – maiuscola voluta – e non hanno inteso la bipartizione tra security e safety. L’unico valore comune è il colore nero con il quale vengono vestiti gli attuali pochi addetti e, penso, in un prossimo futuro vestiranno le nuove schiere di protettori autorizzati. La Legge, il Decreto, le regole, la Norma, il Mercato, il Fatturato, i Social, il gradimento dell’utenza, il Margine (questo sì meritevole della maiuscola) e, domani perché no, l’Occupazione di quote di mercato privato sono argomenti fondanti.

E allora, poiché i richiami che fai sono inoppugnabili – da ottimo conoscitore delle regole – prepariamoci a veder nascere l’ennesima situazione borderline, dubbiosi e scettici su una conversione in corso d’opera sulla via di Damasco. Grande è la confusione che regna sotto il cielo, grande la mazzata che prenderanno, quasi certamente, gli Istituti di Vigilanza Privata (quella vera, che da tempo e con soddisfazione aziendale e dell’utenza svolge il servizio nelle stazioni impegnando lavoratori con numeri a quattro cifre). Mazzata che proprio non ci voleva, in un momento in cui non proprio giustamente queste Imprese che ci si ostina a chiamare Istituti attraversano il momento più difficile dell’ultimo lustro, accusate di mancanza di sensibilità sociale dai rappresentanti sindacali.

Perché, invece di aprire le stalle con un moto inverso fra uscita ed ingresso, non controlliamo se le regole, ad esempio in tema di appalto – soprattutto pubblico – rimangono a difendere come dovrebbero il sociale o rincorrono, incentivandolo laidamente, il criterio del massimo ribasso? Qualcuno ha provato ad alzare il valore del servizio (brutalmente: costo) in parallelo all’abbassamento pubblico del prezzo (brutalmente: valore) dello stesso?

Sai cosa ti dico, amico Bastiancontrario, oltre che “hai perfettamente ragione”? Che “fatta la norma, trovata un’altra forma per disapplicarla” e così avanti allegramente, come da tra poco un secolo si fa ne bel paese (minuscolo stavolta). Caro Bastiancontrario poniti quest’ultimo problema: stiamo forse per assistere alla nascita, interna al Sistema Ferrovie, di una grande struttura per la formazione delle proprie nuove risorse? E se questa struttura poi volesse o potesse mirare all’esterno? Vogliamo battere e ribattere sul tema? Chissà, potrebbe essere eticamente utile.

Il solito grazie ed un cordialissimo saluto

Luigi Gabriele, Presidente di ConFederSicurezza

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