Qualche volta le proteste funzionano. E’ il caso del sit-in dello scorso 27 luglio davanti alla Prefettura capitolina. Sono state le guardie giurate romane a protestare, messe in ginocchio dalla prassi della Questura di Roma di accettare solo certificati medici per il rinnovo del porto d’armi rilasciati da medici militari o della Polizia di Stato in servizio presso le strutture militari di competenza o dalle Asl.
Poiché rarissimamente le strutture militari accettano soggetti non appartenenti alle FF.OO, la norma è quella di rivolgersi alla Asl, con i tempi biblici che tutti i cittadini italiani ben conoscono. Aggravati però dal fatto che il medico spesso prescrive ulteriori accertamenti. Si parla di una media minima di 4/5 visite, di 3/4 mesi di attesa e di un costo che si aggira intorno ai 300/350 euro (numeri che raddoppiano per le Asl).
Con un’ulteriore e grave conseguenza: la non agibilità della guardia giurata. Che significa, lato impresa, non poter coprire efficacemente i servizi, ma soprattutto significa, lato lavoratore, non poter guadagnare e rischiare pure il licenziamento se passano oltre 180 giorni dalla sospensione.
A seguito del sit-in, la Sen. Anna Cinzia Bonfrisco ha ricevuto una delegazione composta da rappresentanti di Clas, Fisascat Cisl, Federsicurezza, Italpol Vigilanza, Savip, Securitalia, Urbe. Alla senatrice sono state sottoposte anche altre questioni, a partire dalla circolare ministeriale del 7 marzo 2018, che ha rimesso il rilascio dei decreti di nomina a guardia giurata e dei relativi porti di pistola in capo alla sola Prefettura di residenza degli interessati (con ovvie lungaggini, già ampiamente riportate).
La Senatrice ha mostrato nptevole disponibilità ad intervenire sulle contingenze ed ha posto l’accento sull’impatto economico del comparto sicurezza privata nell’economia del Paese. Il governo ha promesso semplificazione e sgravio per le imprese da burocrazie inuili, il tutto ripartendo dal lavoro, vero punto di partenza di ogni ragionamento. E’ quindi “indispensabile ripristinare corretti rapporti con il Ministero dell’Interno e dare supporto concreto alle imprese, sia in termini di ascolto, sia accompagnandole con gli strumenti di sostegno esistenti” – ha concluso la Sen. Bonfrisco, promuovendo l’apertura di un tavolo tecnico che includa i sottosegretari dell’Interno Molteni e del Lavoro Durigon.
Senza dubbio un ottimo inizio, ha commentato Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza, auspicando che ne segua “un serio lavoro di riordino e semplificazione uniforme su tutto il territorio, in grado di far riconoscere al settore la specialità che le sue peculiarità impongono. Per parte sua, FederSicurezza invierà una relazione dettagliata sulle problematiche e le priorità del settore”.