Vigilanza Privata: DM capacità tecnica a rischio sospensiva?

10 Ott 2012

di Ilaria Garaffoni

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Se il 17 settembre è stata una data chiave per la vigilanza privata, avendo formalizzato l’integrale applicazione del DM 269/2010 (sanzioni incluse), l’11 Ottobre avrebbe potuto essere una “controdata” egualmente importante.
In tal data il TAR Lazio doveva infatti decidere se sospendere lo stesso DM perchè ritenuto, dalle parti ricorrenti, discriminatorio verso le piccole realtà d’impresa, quindi lesivo della libera concorrenza. Se fosse stato sospeso, la vita sanzionatoria del Decreto capacità tecnica si sarebbe ridotta a meno di un mese. Invece no.
I giudici non hanno ritenuto sussistenti gli estremi per la sospensiva, rimandando al prossimo 14 Febbraio la discussione sul merito.

La sospensiva, se concessa, avrebbe del resto originato una sperequazione di mercato, dal momento che le sentenze hanno valore solo tra le parti, quindi si sarebbe risolta a propria volta in una lesione della libera concorrenza.

Il ricorso per sospensiva, è bene ricordarlo, era stato avanzato da alcuni Istituti di Vigilanza del napoletano, con l’appoggio ad adiuvandum anche di associazioni di categoria (clicca qui per scaricare le motivazioni del ricorso di Assicurezza-Confesercenti).
A questo punto, benché la discussione sul merito slitti al giorno di San Valentino, la piena vigenza del DM continua il poprio corso, imponendo a tutti gli Istituti – ricorrenti inclusi – di adeguarsi nei termini di legge.

Assicurezza, per parte sua, ha comunque scelto di battere anche altre strade nella lotta alla concorrenza sleale. Oltre all’attivazione di un Osservatorio degli atti di abusivismo o di limitazioni della concorrenza, Assicurezza ha chiesto all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato che qualsiasi impresa che usi, sui media e sui motori di ricerca e nell’esposizione dei propri servizi, le parole “vigilanza, sorveglianza o sicurezza”, debba aggiungere il numero della relativa licenza prefettizia.

Se l’AGCM ascoltasse, ci libereremmo anche di espressioni odiose e fuorvianti come guardianìa, polizia privata, bodyguarding, vigili privati. Oltre a tutte le società di portierato che offrono servizi di “vigilanza privata” riservati, per legge, ai soli Istituti di Vigilanza autorizzati ex art. 134 del TULPS.

 

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