Ne parliamo con il Vice Prefetto Dr.ssa Laura Cassio
Vorrebbe consegnarci un’opinione a caldo sul settore, sia nella fotografia attuale, sia nei possibili scenari evolutivi?
Mi sono accostata al settore da poco tempo, e mi sono trovata a salire su un treno in piena corsa.
Un treno che sta lavorando alacremente e con un team di qualità, per un settore che non di rado è stato visto con una certa diffidenza, soprattutto da quanti operano a tutela della sicurezza c.d. primaria.
Ebbene, pur rendendomi immediatamente conto del complesso sistema in cui iniziavo ad operare, articolato e ormai senza dubbio complementare all’apparato produttivo di sicurezza nel paese rappresentato dalla forza pubblica ordinariamente intesa, ho verificato l’interesse che, da più parti, si ha verso il settore.
Un sistema che ha raggiunto un livello ed un’espressione della bilateralità ormai evoluti e che sta profondendo energie ed eccellenze tecniche per creare una chiara cornice di legalità in un settore a metà via tra la sfera privatistica (per interessi particolari e per necessità di bilancio) e la sfera pubblicistica (per funzioni e responsabilità).
Dopo la prima serie di incontri, mi sento di affermare che il lavoro che si sta svolgendo in sede di Commissione Consultiva Centrale presso il Viminale al fine di redigere un documento che sia in seguito recepito in un Decreto Ministeriale idoneo a definire i livelli minimi essenziali per gli Istituti di Vigilanza per immettersi sul mercato, si attesta su un livello tecnico davvero elevato, grazie anche alla presenza di rappresentanti del mondo datoriale e sindacale di primissimo livello, e soprattutto grazie all’attenzione e alla sensibilità che il Sottosegretario all’Interno On. Alfredo Mantovano rivolge alle problematiche del settore.
Credo quindi che presto si chiuderà il cerchio di questa riforma.
Quali sono a suo avviso i nodi più complessi, che ancora devono trovare una sistemazione completa nella nascente decretazione attuativa?
Personalmente trovo molto lodevole lo sforzo che stanno compiendo i vari attori della vigilanza privata per definire degli standard qualitativi elevati, a tutela certamente di una concorrenza più corretta, ma anche e soprattutto a favore della sicurezza e della professionalità delle guardie giurate.
Formazione, rispetto della fiscalità, regolarità contributiva, capacità tecnica, in primis, ma anche regole tecniche unificate, definizione dei servizi d’investigazione privata, identificazione degli investigatori, sono tutti tasselli che andranno a comporre il mosaico di criteri che concorreranno ad affermare il nuovo regime di qualità necessaria per stare sul mercato.
La vera complessità tecnica – e qui vengo alla sua domanda – è la volontà di porre questa nuova cornice qualitativa come condizione ex ante per accedere al mercato, e quindi per entrare nel libero gioco della concorrenza. Questo nodo – se vogliamo più politico che tecnico – rappresenta una “forzatura” di complessa risoluzione a livello amministrativo, perché in parte rappresenta di fatto un unicum e in parte perché richiede interventi che incidono su assetti differenti.
Sono tuttavia convinta che la forte attenzione politica verso i temi della sicurezza privata e le capacità tecniche ed istituzionali che sono state messe in campo porteranno ad una riforma completa persino in tempi rapidi. Ne scaturirà un quadro regolamentare vantaggioso per tutti: per gli imprenditori, che troveranno una cornice chiara sulla quale imbastire serie politiche di concorrenza, ma soprattutto per i lavoratori, che troveranno maggiori garanzie sia a livello formativo, sia a livello di sicurezza personale e quindi professionale. E’ un’occasione da non perdere.