Vigilanza privata e RTI: FederSicurezza scrive all’Antitrust

20 Mar 2018

di Ilaria Garaffoni

logo-federsicurezzaL’Antitrust ha avviato un’istruttoria per accertare se le modalità di partecipazione (come il Raggruppamento Temporaneo di Imprese) di alcune società di vigilanza privata a determinate gare di rilievo nazionale non siano in realtà tese ad evitare un corretto confronto competitivo. Tuttavia Lsicurezza privata presenta diverse peculiarità – di natura autorizzativa, normativa e di organizzazione del lavoro – tali per cui l’uso di RTI e ATI, nelle gare a dorsale nazionale, è pressochè inevitabile. FederSicurezza ha inviato una nota all’AGCM che riassume tutte le dinamiche di settore: ne riprendiamo i passi più significativi.1) Primo punto: ad oggi, nessun istituto possiede licenze per tutti i servizi e su tutta Italia

“Per operare nel settore della vigilanza privata è necessario avere una licenza che ha una certa estensione territoriale, solitamente provinciale. Non esiste istituto di vigilanza che abbia una licenza valida per tutto il territorio nazionale, pertanto, pur avendo i requisiti di fatturato, qualora la licenza di vigilanza non copra tutto il territorio oggetto di gara, è indispensabile costituirsi in RTI con altri istituti, al fine di soddisfare il requisito richiesto. A volte, anche se l’istituto di vigilanza è in possesso della licenza di vigilanza per quel territorio, può non averla per alcune tipologie di servizi richiesti: può ad esempio averla per il servizio di vigilanza fissa ma non per il servizio di trasporto valori o per il servizio con l’unità cinofila e così via, ed anche in questo caso è necessario ricorrere all’RTI”.

2) Secondo punto: ad oggi, nessun istituto dispone di mezzi e uomini sufficienti a coprire un intenso carico di servizi concentrati in un lasso di tempo.

“In altri casi, l’istituto di vigilanza può avere sia la licenza che copre il territorio, sia la tipologia del servizio richiesto, ma può essere che non abbia un’operatività sul territorio tale da garantire i servizi richiesti, così ad esempio potrebbe non avere il numero di uomini, pattuglie e di furgoni blindati adeguato a coprire le richieste della stazione appaltante.
In altri casi, l’utilizzo dell’RTI si giustifica per far fronte alle richieste di servizi concentrati in un lasso temporale ristretto e con un alto numero di personale da impiegare, come il caso della gara Expo. In questa tipologia di gare una singola azienda, anche se di dimensioni medio-grandi, non è in grado, con la propria struttura operativa ordinaria, di far fronte alle richieste di personale necessarie a coprire i servizi e quindi, per poter sopperire ad un significativo sforzo in termini di assunzione e formazione di nuovo personale e di gestione operativa dello stesso, deve, al fine di rendere il servizio, costituirsi in RTI con altre aziende.

3) Terzo punto. Per assumere personale straordinario occorre attendere i tempi della decretazione, spesso incompatibili con le tempistiche di gara

“Ad aggravare l’operatività ed il relativo sforzo economico-organizzativo, si tenga conto che, a differenza di altri settori, il personale, per poter essere impiegato nei servizi di vigilanza armata, deve ottenere prima il decreto di nomina a guardia particolare giurata. Senonché il conseguimento dello stesso richiede un tempistica di tre/quattro mesi dalla data di assunzione. Ciò significa che, per far fronte alle richieste di servizi da parte delle stazioni appaltanti, non risulta sufficiente procedere all’assunzione di personale; di fatto, visti i tempi tecnici di ottenimento del decreto di nomina a guardia giurata particolare, si rischierebbe seriamente di non far fronte alle richieste. Atteso quanto sopra, il periodo di tempo intercorrente dall’aggiudicazione definitiva di una gara all’avvio operativo dei servizi, non è sufficiente ad assumere e decretare le Guardie Particolari Giurate necessarie all’erogazione del servizio e quindi si determina la necessità di avere in organico un numero di guardie particolari giurate in grado di evadere soprattutto i picchi di richiesta; tale elevato numero di risorse pronte ad essere impiegate, può essere garantito solo attraverso un RTI che metta insieme più aziende anche di dimensioni medio-grandi.
Evidenziamo altresì che le recenti normative in tema di sicurezza complementare – le quali prevedono particolari abilitazioni per il personale impiegato in tali servizi ottenibile solo a seguito del superamento di un esame presso la commissione prefettizia all’uopo predisposta – ha reso ancora più difficile evadere le richieste da parte delle stazioni appaltanti, richieste che, a titolo di esempio, le imprese in oggetto costituite in RTI per la gara TRENORD, nonostante la costituzione in ATI, non riescono ad evadere ancora completamente.”

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