ROMA – Con due lettere, indirizzate al ministro dell’interno Annamaria Cancellieri e al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, Federsicurezza denuncia la drammatica situazione in cui versa la vigilanza privata. Mentre oltre il 50% delle imprese dichiara perdite di esercizio molto significative, i prezzi crollano del 25%, al punto da non coprire nemmeno i costi di esercizio (che in un settore labour intensive significa non riuscire a pagare stipendi e contributi).
Il tutto mentre la riforma impone alle imprese – a pena di uscire dal mercato – un oneroso processo di adeguamento, senza però difenderle dall’abusivismo, dalla pirateria commerciale e da interpretazioni quanto meno “disinvolte” del DM capacità tecnica. Tanto che si continuano a vedere portieri nei tribunali e bandi di gara, anche pubblici, che considerano la riserva di certe attività alle sole guardie giurate. In sostanza: per ora la riforma è attiva solo nella parte che fa male alle aziende e non anche in quella che dovrebbe sostenere l’imprenditoria sana.
E chi opera nell’illegalità sguazza.
Le imprese finora penalizzate dalla riforma sono anche le più esposte nelle vertenza per i rinnovi
contrattuali. Rinnovo che, per parte sua, sembra finire mai e che “richiederebbe una riflessione sulla ricomposizione di un tavolo unitario, come abbiamo manifestato alle parti sindacali” (Luigi Gabriele).
In questo scenario, secondo Federsicurezza, le pur legittime aspettative di aumento
salariale avanzate dei lavoratori non possono essere sostenute dalle imprese, a meno che non vengano emanati urgenti interventi a sostegno della categoria, con indicazioni normative più chiare e sgravi ed agevolazioni per sostenere il settore ed arginare la crisi occupazionale.
Auspicando un rapido confronto con le due amministrazioni, Federsicurezza chiede quindi al ministro dell’Interno che:
1) venga fornita una definizione più chiara dell’attività di pertinenza degli istituti di vigilanza, e quindi di impiego delle Guardie Giurate;
2) venga data adeguata informazione, almeno alla committenza pubblica, sui servizi per i quali è necessario impiegare Guardie Giurate, e che le gare d’appalto vengano formulate in maniere
coerente e conseguente a questa logica;
3) venga valutata la possibilità di forme di intervento da parte delle Prefetture in caso di disapplicazione della normativa;
4) vengano inasprite le sanzioni per chi esercita abusivamente l’attività di vigilanza privata;
5) venga valutata l’ipotesi di inserimento formale di una figura definibile come guardia giurata disarmata, alla quale affidare determinate attività di sicurezza e determinati servizi succedanei a
quelli della guardie giurate tradizionali.
Al ministro del Lavoro Fornero, Federsicurezza chiede invece che:
1) venga emanato un DPR che definisca i costi minimi di esercizio tenendo in considerazione non solo
gli oneri salariali e contrattuali e gli aspetti contributivi, assicurativi e fiscali, ma tutti gli oneri derivanti dall’intero impianto normativo che regola il settore (ossia anche i costi della sicurezza individuale e collettiva e i costi di adeguamento al DM capacità tecnica e alle altre norme
che regolano il settore ecc). Tali costi dovrebbero poter confluire nelle tabelle di costo orario previste dal “codice dei contratti pubblici” e, in caso di gara d’appalto, le offerte che vi derogano in basso dovrebbero essere ritenute “anormalmente basse”.
2) si ipotizzi uno strumento normativo che imponga alle stazioni appaltanti il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e l’obbligo di riferirsi, per il prezzo, ai minimi imposti dalle tabelle del costo orario.
Questa la sintesi delle richieste. Per scaricare le due lettere nella versione integrale, per la lettera alla ministra Cancellieri e per la lettera alla ministra Fornero.