Rinnovo CCNL vigilanza privata: battuta d’arresto nelle negoziazione

23 Nov 2018

di Ilaria Garaffoni

Il 14 e 15 Novembre scorsi le associazioni datoriali della vigilanza privata e i sindacati di categoria si sono nuovamente incontrati per parlare di rinnovo del CCNL della sicurezza privata. Le proposte di parte datoriale, presentate nelle scorse settimane e imperniate su diverse forme di flessibilità (contratto a termine, stagionalità e simili) definite “imprescindibili per consentire la sopravvivenza delle imprese”, non sono piaciute ai sindacati. Risultato: nonostante la calendarizzazione di due nuove date di incontro per la prima settimana di Dicembre, la negoziazione pare vivere una momentanea battuta d’arresto.

Il mercato del lavoro e l’approfondimento dei suoi contenuti – dichiara Marco Stratta, Segretario generale di Anivp FederSicurezza hanno segnato differenze sostanziali su aspetti importanti. Dal nostro punto di vista, la definizione del contratto non può prescindere dalla possibilità di accedere a forme di flessibilità, la cui fruizione, va chiarito, non sia esclusivamente demandata a livello territoriale.

Non siamo in grado – spiega Stratta – di sostenere due volte il costo di un eventuale contratto per dover dare spazio ad un ruolo delle organizzazioni territoriali che ha sempre richiesto alle aziende sacrifici di tempo e denaro. Sui temi fondanti il CCNL deve fornire delle risposte di immediata applicabilità, altrimenti è meglio che ogni azienda si faccia il suo contratto, scontando così il costo sul territorio una sola volta.

Anche le prime discussioni sulla classificazione del personale – aggiunge Stratta – hanno evidenziato significative differenze di vedute, perché l’ipotesi sindacale di unificare la declaratoria tra ruoli armati e disarmati rischia di generare forti ricadute sotto il profilo delle vertenze. Salvo un importante sforzo di mediazione, e anche fantasia contrattuale, sarà difficile trovare una soluzione condivisa.

Le OO.SS hanno poi chiesto un primo riscontro sulle disponibilità economiche da mettere a base del CCNL. Tale aspetto – conclude Stratta- è ancora complicato da definire in modo compiuto, anche se le associazioni si sono impegnate a fornire dei riferimenti di massima“.

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