Sciopero della vigilanza privata al via

23 Apr 2018

di Ilaria Garaffoni

sciopero guardie giurateLe trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro della vigilanza privata, scaduto nel 2015, sembrano in fase di stallo. «Lo sciopero generale – si legge in un comunicato sindacale unitario – è l’unico ed estremo atto di contrasto alle posizioni delle associazioni datoriali volte a ridurre drasticamente diritti e garanzie attualmente previsti dal contratto nazionale di lavoro». Queste le motivazioni dello sciopero generale indetto da Filcams -CGIL, Fisascat – CISL e Uiltucs – UIL per venerdì 4 maggio 2018. Una mobilitazione attivata per l’intero turno lavorativo dalle ore 00.00 alle ore 24.00 e concentrata, per i lavoratori operanti negli aeroporti, nella data dell’8 maggio 2018 con astensione dal lavoro per il personale turnista dalle 13:00 alle 17:00.
Secondo le OOSS, le richieste delle controparti datoriali contengono elementi che farebbero retrocedere di decenni le condizioni materiali degli operatori: l’estensione a 45 ore dell’orario normale di lavoro per le GPG impiegate nei servizi di vigilanza fissa, l’abbattimento della durata oraria settimanale minima del part-time, la riduzione del periodo di comporto utile ai fini della conservazione del posto di lavoro, la compressione delle modalità di fruizione dei permessi della legge 104/92 ed il superamento della copertura economica dei primi tre giorni di assenza per malattia, se si affermassero, spoglierebbero lavoratrici e lavoratori di tutele, garanzie e diritti conquistati a prezzo di sacrifici, lotte e mobilitazioni. Sul tema del cambio di appalto, posto con forza dalle organizzazioni sindacali alla luce dei problemi vissuti in questi ultimi anni, la risposta consegnataci antepone una pregiudiziale legale che indebolirebbe ancor di più le tenue tutele esistenti.

Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza, nel prendere atto della proclamazione dello sciopero, commenta: “riteniamo che il problema sia essenzialmente da ricercare nella differenza tra rinnovare un CCNL, operazione che – al di là delle abituali differenze in punto di possibilità di incremento retributivo – in fondo quasi sempre riesce, e dare al comparto un nuovo contratto che riesca davvero a disciplinare un’attività che è ormai cosa ben diversa da quella che a suo tempo – ormai molto lontano – ha visto la condivisione del testo in fase di difficile rivisitazione. Prima di chiudere tutte le porte alle ipotesi innovative, queste ultime andrebbero forse inquadrate nel nuovo contesto che si vorrebbe determinare, certamente in modo condiviso…Senza falsi buonismi, ed in piena onestà intellettuale, ci sentiamo di dire che da parte nostra si sta facendo di tutto per trovare la famosa quadra”.

 

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