FERRARA. Contraffazione, abusivismo e criminalità incidono negativamente sulla competitività delle imprese della provincia. Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono da una recente indagine realizzata dalla Camera di commercio di Ferrara su dati Unioncamere. L’abbassamento del livello di legalità e la conseguente incertezza non fanno bene all’economia.
Al di là della crisi economica, della riduzione dei consumi e delle difficoltà di accesso al credito, infatti, la ricerca rileva che a generare incertezza sullo sviluppo e sul futuro delle imprese ferraresi sono i fenomeni legati alla microcriminalità e alla criminalità organizzata. Per il 24,5% delle aziende, negli ultimi due anni è peggiorato il livello di sicurezza. Due imprese su tre destinano in media il 2% dei ricavi alla sicurezza.
Ciò implica che una quota rilevante dei margini lordi (tra il 10% e il 25%) è destinata a essere sottratta al reddito o agli investimenti per spese connesse alla sicurezza e alla sopravvivenza stessa dell’attività.
E scende in campo la Camera di commercio: 100.000 euro a fondo perduto per sostenere le imprese ferraresi nell’acquisto di prodotti e di attrezzature a elevato contenuto tecnologico finalizzati a creare un clima di serenità e di sicurezza all’interno o nelle immediate vicinanze dell’azienda, prevenendo così i rischi.
In particolare, la Giunta camerale ha deciso di finanziare, anche in considerazione delle sollecitazioni emerse nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza Pubblica istituito alla Prefettura e di quanto previsto dal Protocollo d’intesa siglato il 14 luglio scorso tra il Ministro Maroni e alcune associazioni imprenditoriali di categoria, le spese sostenute per l’acquisto di attrezzature per videosorveglianza e video-protezione; sistemi di allarme antirapina controllati con telecamere che interagiscono direttamente con le centrali operative di polizia, carabinieri e istituti di vigilanza privati; impianti antitaccheggio, antintrusione e antifurto con sistemi di rilevamento satellitare.
«Definire l’attività illegale come una “tassa” che grava indebitamente sull’intera economia – dichiara Carlo Alberto Roncarati, presidente della Camera di commercio – non è poi così lontano dalla realtà: comporta costi in termini di investimenti pubblici per la sicurezza e per il contrasto alla criminalità, che invece potrebbero essere impiegati in maniera più redditizia. Intervenire per riaffermare la cultura della legalità e la certezza delle regole del mercato è un dovere civile. Gli imprenditori – conclude Roncarati – sono in prima fila in questa lotta e hanno il diritto di non sentirsi soli. In questi ultimi anni, grazie al coraggio di molti di loro, ben sostenuti da istituzioni e forze dell’ordine, stiamo assistendo al germogliare di una nuova stagione, forse decisiva per sottrarre spazio alla paura e riconquistare la serenità. Per il rispetto che si deve a questi cittadini veri, chiediamo allo Stato di essere all’altezza del compito».
Tornando all’indagine camerale, tra le cause principali della criminalità il 71,1% degli imprenditori ferraresi indica l’impunità e la mancanza di certezza della pena, il 31,6% l’immigrazione clandestina, il 22% il degrado urbano e sociale, anche in termini di mancanza di infrastrutture. Le forze dell’ordine e le associazioni di categoria sono i soggetti che le imprese sentono più vicini nella lotta alla criminalità. I bandi e i moduli per la presentazione delle domande sono scaricabili dal sito www.fe.camcom.it
Fonte: http://lanuovaferrara.gelocal.it