Ennesima sentenza che conferma che il CCNL Vigilanza Privata e servizi fiduciari non contempla salari “proporzionati e dignitosi”, come richiesto dall’art. 36 della Costituzione. La Corte d’Appello di Milano sottolinea che i 930 euro lordi mensili del CCNL di riferimento per alcune figure professionali del settore sono inferiori del 30% alle cifre previste dal CCNL Multiservizi (1.183 euro per 14 mensilità) o del Terziario (1.354 euro per 14 mensilità) per mansioni analoghe. Dimostrazione, secondo la Corte d’Appello, che lo stipendio previsto dal CCNL di settore non è adeguato alla qualità e alla quantità della prestazione. Non bastasse ancora, la Corte d’Appello rileva che un netto di 650 euro rislta essere inferiore alla soglia di povertà definita dall’INPS per le persone sole (819 euro) e largamente inferiore al reddito di cittadinanza (un mese di lavoro full time risulterebbe inferiore all’importo massimo del sussidio). La lavoratrice ha quindi chiesto un adeguamento del salario del 30%.
Questa sentenza, come tante altre analoghe, riapre il dibattito sul tema del salario minimo per i settori come il nostro, ma anche sulla reale capacità della contrattazione collettiva (considerata anche dalla Direttiva europea sul salario minimo la protagonista della realizzazione di questa misura in UE) di garantire stipendi dignitosi per i lavoratori. Perchè se è per certi versi ovvio che le imprese tirino a spendere sempre meno, non è invece comprensibile come i sindacati dei lavoratori possano accettare condizioni salariali tanto degradanti. Capiamo la minaccia occupazionale, capiamo il momento sfidante, ma a tutto c’è un limite. Che il rinnovo di questo martoriato CCNL possa essere essere quanto meno allineato al dettato della Carta Costituzionale.
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