In Europa profughi e terrorismo sono una miniera d’oro per la vigilanza privata

11 Lug 2016

di Ilaria Garaffoni
TOPSHOT - A general view shows the opening ceremony prior to the kick off for the Euro 2016 group A football match between France and Romania at Stade de France, in Saint-Denis, north of Paris, on June 10, 2016. / AFP / MIGUEL MEDINA (Photo credit should read MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images)

MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images

Allarme profughi e terrorismo stanno diventando una miniera d’oro per le imprese di sicurezza privata europee – Italia esclusa, naturalmente. Qualche numero dall’Internazionale dello scorso 1 luglio: la britannica G4S vigila sugli hotspot (centri europei di registrazione) delle isole Egee di concerto con la polizia greca. In Germania il milione di profughi arrivati nel 2015 ha fatto fatturare alle imprese di sicurezza il 15% in più rispetto all’anno precedente. In Francia gli Europei di calcio erano blindati da 90.000 agenti di sicurezza, dei quali 15.000 dipendenti di agenzie di sicurezza.

E il settore è in crescita – anche di immagine – da quando una guardia giurata ha sventato l’attacco allo Stade de France il 13 novembre 2015.
E mentre in Gran Bretagna l’austerity paradossalmente ha fatto crescere la domanda di sicurezza privata (che ora può anche prelevare i sospettati, portarli in carcere e sbrigare le scartoffie burocratiche), da noi ancora ci si interroga se la sicurezza personale possa mai essere affidata alla vigilanza privata. Embè.

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