Torniamo sulla Prassi di Riferimento 54/2019 (Sicurezza privata – Mappatura delle attività degli operatori della vigilanza – sicurezza complementare/sussidiaria, sicurezza ausiliaria, servizi di controllo/stewarding e investigazioni), il cui raggio di applicazione è stato circoscritto da Accredia alle attività non disciplinate dalla legge, quindi a quelle di sicurezza “ausiliaria”.
Sul tema giunge in Redazione il commento di Luigi Gabriele, Presidente di UNIV e Federsicurezza: “abbiamo in un primo tempo chiesto chiarimenti sulla procedura attivata da UNI ed abbiamo ottenuto un risultato a mio avviso positivo tramite l’intervento di Accredia, ossia la circoscrizione dell’ambito di operatività della prassi UNI alle attività che potremmo raccogliere sotto l’ombrello dei servizi disarmati. In un momento come quello che stiamo vivendo, nel quale l’impianto della vigilanza privata si somma, si fonde e si confonde – ahimè anche nelle decisioni di alcune alte corti – con altre forme di servizio fiduciario e si fa a gara su chi meglio gioca sull’equivoco, trovo onestamente pletorico insistere su UNI” – dichiara Gabriele.
E prosegue: “sarebbe invece forse il tempo di rivedere il sistema disarmato (e non solo) con un’ottica e una visione più ampia, in un contesto nuovo che non punti all’unanimità decisoria a valle, ma al coinvolgimento di tutti a monte. In tal senso sta per partire un’iniziativa volta a dare spazio e voce a quel coro polifonico che è il comparto della sicurezza privata italiana.
Perché chi fa sicurezza di mestiere non può ammettere che i servizi vengano affidati a volontari, improvvisati o parvenu. E chissà che qualcosa non si stia muovendo anche sul fronte giudiziario, dal momento che (come un faro nella notte) la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge della Regione Veneto 8 agosto 2019, n. 34 che riconosceva il controllo di vicinato – avete letto bene – come parte di sistema di sicurezza integrato. Almeno, forse, i vicini di casa non ci faranno concorrenza” – conclude Gabriele.
Già, perché tra i vari soggetti cui anche committenze blasonate affidano servizi di “sicurezza” (si fa per dire), ci sono anche i nostri più zelanti vicini di casa. Leggetevi la legge della Regione Veneto 8 agosto 2019, n. 34 (Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione sociale del controllo di vicinato nell’ambito di un sistema di cooperazione interistituzionale integrata per la promozione della sicurezza e della legalità), per fortuna dichiarata illegittima dalla corte costituzionale.