Nella vigilanza privata parliamo sempre di normative e di mancato rinnovo del CCNL, di recessione e di stazioni appaltanti che vogliono sicurezza ma non sono disposte a spendere un centesimo. Ma queste problematiche cosa significano in concreto per chi lavora sul campo e ogni giorno è costretto a lottare per mantenere le proprie quote di mercato, facendo lo slalom tra regole che cambiano, personale che non si trova e fisco che fa il bello e cattivo tempo? Lo abbiamo chiesto a Iolanda Farris, Presidente de La Sicurezza Notturna di Cagliari e Vicepresidente UNIV, che ci ha dato anche delle buone notizie, ricordandoci che il settore sicurezza può avere un ruolo sociale.
Siamo immersi nella tempesta perfetta: inflazione, caro bollette e lo spettro, ad oggi pressochè inevitabile, di una recessione. Quanto è colpito il settore della vigilanza privata da queste criticità? Si riescono a mantenere quote di mercato o la clientela comincia a tagliare i budget?
Le quote di mercato si assottigliano sempre di più proprio a causa dell’inflazione e del caro bollette, i budget vengono ridotti o addirittura tagliati perché le committenti cercano un punto di equilibrio tra costi e ricavi sempre più difficile, nonostante la sicurezza sia un bene quasi essenziale.
E’ sicuramente un bene essenziale, tuttavia si dice che le imprese cerchino lavoratori ma che nessuno si presenti ai colloqui, un fenomeno che – stando all’ultimo rapporto rilasciato da CoESS – interessa anche il settore sicurezza. E’ vero? Il mancato rinnovo del CCNL da oltre 7 anni che ruolo gioca in questo scenario?
Si purtroppo è vero: capita anche che i candidati si presentino al colloquio ma dopo che l’azienda ha iniziato la procedura di assunzione, che ovviamente presenta un costo, rinunciano al posto di lavoro oppure se ne vanno in un altro Istituto di Vigilanza Privata. In generale si assiste ad un fenomeno di migrazione da un Istituto ad un altro in base alle esigenze e convenienze personali: si cerca in sostanza la sistemazione più facile o la più vicina a casa. Non credo che queste scelte dipendano soltanto dal contratto, anche se sicuramente anche quello ha il suo peso.
I lavoratori della sicurezza, come tutti, subiscono gli effetti devastanti dell’inflazione e del caro bollette di cui parlavamo prima.
Sul piano normativo e di mercato, quali sono a suo avviso le riforme più urgenti per il settore della sicurezza privata?
Per quanto attiene al piano normativo, è sicuramente importantissimo il rinnovo del CCNL di categoria che la nostra associazione, UNIV, ha cercato di promuovere in più modi. Si tratta di un contratto davvero anacronistico, al quale basterebbero pochi aggiustamenti per trovare la quadra con le OO.SS.
Importantissimo anche il nuovo codice degli appalti, che finalmente sarà operativo a partire dal 1 luglio 2023, anche se prevedo che i cambiamenti introdotti porteranno ahimè non pochi problemi.
Avete di recente acquisito un’importante commessa in un’area molto complessa sul lato occupazionale (la Sardegna): la vigilanza privata può avere anche una funzione sociale?
Confermo: di recente abbiamo acquisito una nuova importante commessa, la Portovesme Srl, l’unico produttore in Italia di Zinco e Piombo, che – con grande fermezza, devo sottolinearlo – ha garantito la pace sociale salvaguardando in toto la soglia occupazionale e dimostrando una sensibilità e un’attenzione importanti al tema del lavoro. Abbiamo infatti assorbito tutto il personale interessato, garantendo sia livelli che retribuzioni.