Vigilanza privata nelle carceri di San Marino

24 Ago 2024

di Ilaria Garaffoni

Volete vedere come lavora la vigilanza privata nei penitenziari? Non dovete nemmeno più prendere l’aereo: la ridente Repubblica di San Marino vi aspetta con il suo Decreto Delegato n.130 del 19 agosto 2024, che regolamenta l’assegnazione delle guardie giurate in supporto ai servizi di custodia e sorveglianza in carcere operati dalla Gendarmeria.

Vedo già i parrucconi dell’ordinamento italiano arricciare il naso: non si fa, non si deve neanche pensare. Chissà perchè poi, visto che dal 1999 le guardie giurate vengono utilizzate in funzioni di sicurezza sussidiaria e dal 2013 possono anche solcare i mari a caccia di pirati.

Ma le carceri no, non sia mai. Perchè bisognerebbe cambiare lo status giuridico, formativo e soprattutto economico delle GPG, trattandosi di attività ad alto rischio. E allora, nonostante l’impiego di operatori privati rappresenterebbe un sicuro risparmio per le casse dello stato, l’idea è sempre stata cassata.

Gli amici di San Marino invece l’hanno già messa a regime: se il direttore del penitenziario se ha bisogno, può cercare nell’apposito Registro presso il Comando della Gendarmeria delle guardie giurate che siano impiegate presso istituti di vigilanza con la concessione per servizi pubblici.

E che formazione devono mai avere queste guardie? Superato un corso sotto la direzione del Direttore del carcere e in collaborazione con il Comandante della Gendarmeria, una commissione composta dal Direttore del carcere, da un medico e dal Comandante della Gendarmeria, verificherà l’idoneità della GPG. Tale idoneità dovrà poi essere mantenuta nel tempo con corsi di aggiornamento e valutazioni periodiche.

E’ così difficile?

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