Euralarm. Alzi la mano chi, nel settore della vigilanza privata, conosce questo organismo più che per sentito dire. Eppure Euralarm sta battendosi per la creazione di uno standard paneuropeo dedicato alle centrali di monitoraggio e ricezione allarmi, quindi sarebbe bene prestare attenzione alla sua attività perchè potrebbe coinvolgere il comparto in maniera profonda. Euralarm rappresenta l’industria dell’antincendio e della security in Europa e da sempre si batte per la creazione di una cornice normativa paneuropea che includa non solo i prodotti e sistemi tecnologici, ma anche i servizi offerti (non solo di security ma pure di safety – antincendio). La nascita di moderni canali di comunicazione ha infatti rivoluzionato il ventaglio di servizi offerti dalle centrali: dal semplice monitoraggio degli allarmi si è infatti passati ad un’idea di “customer service omnibus”, che remotizza gran parte dei servizi.
Inutile sottolineare che nuovi servizi necessitano di nuove regole, quindi nuovi requisiti professionali per gli addetti e nuove specifiche tecniche per le centrali stesse, oltre a nuovi strumenti di certificazione obbligatoria.
Ma in un mondo sempre più interconnesso e globale, pensare ad una norma tecnica riferita solo al proprio sistema paese sarebbe un approccio miope e scarsamente lungimirante. Secondo Euralarm, affinché queste innovative centrali funzionino davvero, occorre un approccio quanto meno di livello paneuropeo. E per armonizzare standard e certificazioni, sempre secondo Euralarm, il primo step è facilitare la fornitura di servizi trasfrontalieri: da qui la necessità di regolamentare e certificare le centrali “di servizi tecnici”.
La norma EN50518 – Monitoring and Response services – è attualmente in fase di revisione per integrare anche tutti gli aspetti relativi al monitoraggio allarmi ma anche la rilevazione fumi e incendi, così come le applicazioni di videosorveglianza e il controlli accessi da remoto. Questa norma abbraccerà tutte le fasi di gestione e processo, oltre agli aspetti squisitamente tecnologici. La parte riferita ai servizi da remoto è invece materia di un nuovo standard sviluppato dal comitato CEN/CENELEC TC 4. Entrambi gli standard definiscono anche i requisiti di integrità di una catena di security con orizzonti ampi, aperti anche all’IT.
Insomma, occhi aperti sulla standardizzazione: è più vicina di quanto non si pensi.