Un comparto che è rimasto senza mercato e senza aiuti, dimenticato dalla politica e dai ristori e che più di tutti soffre l’ombra scura di un Covid 19 che non ci restituirà più il mondo che conoscevamo prima. Parliamo dei servizi di controllo nei locali di pubblico intrattenimento, fermi da febbraio per la chiusura di eventi, pubbliche manifestazioni, fiere, entertainment, sport, discoteche, movida. Non se la passano meglio gli steward, con un campionato a porte chiuse o orfano di pubblico e lo stop al calcio dilettantistico fino al 15 gennaio. Un comparto che soffre di un abusivismo pauroso, di una colpevole e pericolosa assenza di controlli e di un florilegio di sigle e contratti che non fanno che alimentare confusione e deregulation. In questo scenario a tinte fosche, quali sono le prospettive per fine marzo, quando cesserà il blocco dei licenziamenti? AISS, senza voler vendere la pelle dell’orso prima di averla conquistata, lo sorso 11 dicembre ha anticipato delle novità sul tema dei ristori e che si sta lavorando sul fronte istituzionale perché il settore venga identificato da un codice ateco ad hoc.
Sul fronte dei lavoratori, assieme ad ENBISIT, Ente Nazionale Bilaterale per la Sicurezza Sussidiaria, le Investigazioni e la Tutela ed UGL, si è ottenuto un importante traguardo: la possibilità di accedere alle indennità per causa Covid anche per i lavori intermittenti (in prima battuta esclusi dal beneficio), oltre alla CIGD e agli assegni ordinari del FIS (Fondo di integrazione salariale) per emergenza Coronavirus.
Ma la cassa integrazione non basta, ha commentato UGL Sicurezza Civile, lanciando l’idea di dar vita ad un tavolo permanente di consultazione tecnica per far fronte alle emergenze, visto che in Commissione Consultiva Centrale – peraltro ferma da tempo immemore – questo specifico segmento professionale non è adeguatamente rappresentato.
Proposta che fa il paio con la partecipazione di AISS agli Stati Generali dell’economia ma anche dell’Event Industry, dove si è cercare di elaborare un piano di rilancio del settore a più ampio spettro ed orizzonte.
Non meno interessante la proposta lanciata da SIA, Stewarding Italiani Associati, di creare un “ponte contrattuale” tra addetti ai servizi di controllo nei locali di pubblico intrattenimento e steward calcistici, in modo da offrire una certa continuità salariale a lavoratori che sono precari per natura e da assicurare anche alla clientela una professionalità garantita da percorsi formativi condivisi.
Resta poi il tema dell’abusivismo: archiviato fortunatamente l’obbrobrio degli assistenti civici per la gestione del social distancing, resta la diatriba tra quale figura professionale sia più qualificata a svolgere questo tipo di servizi…in una guerra tra poveri che finisce solo con il prestare il fianco alla concorrenza di figure prive di qualunque qualifica, come – ahinoi – il volontariato. Stay tuned.