Momento caldo per la vigilanza privata: le trattative per il rinnovo del CCNL stagnano e le associazioni sindacali minacciano nuove e più imponenti mobilitazioni. Inoltre qualche atto dell’Amministrazione desta perplessità operative, mentre per converso le relazioni con la politica sembrano andare a gonfie vele perchè “se non ora, quando”? E le imprese che ne pensano? Ne abbiamo parlato con Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza, Federazione del Settore della Vigilanza e Sicurezza Privata, aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia.
Le OOSS giudicano il comportamento negoziale di parte datoriale sostanzialmente dilatorio: come risponde, dopo tanti mesi di trattative senza alcun esito visibile?
Ferma ovviamente restando la difesa delle rispettive posizioni, non possiamo dar torto ad una valutazione non positiva di questa trattativa.
Siamo partiti con l’idea, condivisa e coraggiosa, di operare un rinnovo contrattuale in chiave politica, programmatica e profondamente rifondativa, nell’intento di rimettere il contratto al centro dell’evoluzione del mercato e della stessa tenuta del comparto. Purtroppo quell’idea sembra oggi venuta meno, e forse non per responsabilità delle OOSS.
Dopo mesi di discussione su principi e valori, siamo precipitati in una trattativa di tipo tradizionale, che peraltro richiede tempistiche estenuanti.
Nel frattempo il Governo ha posto sul piatto nuovi temi di aggiornamento normativo, che non possono essere ignorati e che a loro volta richiedono tempo di analisi e valutazione pratica.
Ma tutto sarebbe superabile se non ci si fosse incagliati in una visione miope del settore e delle sue reali problematiche e potenzialità. E’ l’ennesima occasione persa: eravamo partiti in un’autostrada a quattro corsie e siamo finiti in una provinciale dissestata.
Anche sul piano istituzionale sembra esserci qualche discrasia nella condivisione: la recente circolare sul giuramento lascia francamente perplessi..
La vigilanza è uno strano mondo. Lo scorso Marzo ci hanno detto che il rilascio del decreto di nomina a gpg e porto d’armi si poteva ottenere solo nella provincia di residenza del lavoratore, anche se la guardia lavorava a 1000 km di distanza.
Qualche giorno fa, “per evitare possibili perplessità applicative”, ci hanno detto che invece il giuramento si può prestare sia nella prefettura della provincia di residenza, sia nella prefettura della provincia dove si opera. La sua perplessità, francamente, è anche la nostra.
Per contro, posso dire che con il cambio di Governo pare di poter assistere ad una riapertura del dialogo con il decisore politico.
Quali sono i risultati finora ottenuti sul fronte del dialogo politico?
Forse un primo traguardo si può ravvisare nel recente decreto che riconsegna ai medici militari e della polizia di Stato la certificazione dell’idoneità psicofisica al porto d’armi, giunto non a caso dopo un proficuo incontro con la Sen. Anna Bonfrisco. La Senatrice ha mostrato notevole disponibilità ad intervenire sulle contingenze ed ha posto l’accento sull’impatto economico del comparto sicurezza privata nell’economia del paese, promuovendo l’apertura di un tavolo tecnico che include soggetti altamente profilati, come i sottosegretari dell’Interno Molteni e del Lavoro Durigon. Entro la fine del mese FederSicurezza sottoporrà al Sottosegretario Molteni (già conosciuto poco dopo il suo insediamento) una relazione dettagliata sulle problematiche e le priorità del settore, sperando di dare l’avvio ad un serio lavoro di riordino e semplificazione.
Una mano era già arrivata sul fronte del mercato anche dal precedente Governo, con la legge 48 del 2017, che stanziava 30 milioni per i Comuni che intendono sovvenzionare la realizzazione di sistemi di videosorveglianza privati collegati ad istituti di vigilanza privata convenzionati.
E’ senza dubbio un’opportunità interessante per il mercato della vigilanza privata, soprattutto perché innesta un circuito virtuoso che favorisce e sostiene l’innovazione e l’evoluzione del parco tecnologico in uso al settore, oltre ai collegamenti – soprattutto in aree di difficile penetrazione, come le zone residenziali. La detrazione d’imposta su IMU e TASI può essere un utile argomento di vendita per promuovere un videocontrollo d’eccellenza su centri commerciali, attività produttive e industriali, come pure su aree condominiali che chiedono maggiore sicurezza. Starà al mercato cogliere queste opportunità.