Appalti: si cambia (in meglio)

20 Gen 2016

di Ilaria Garaffoni

EuropaNe abbiamo parlato più volte come di una novità utile allo sviluppo di un mercato sano della vigilanza privata ed ora è realtà. Il Senato ha approvato il disegno di legge delega sul recepimento delle direttive UE in materia di appalti. Il termine per recepire in Italia le tre direttive europee scadrà però tra soli sei mesi (il 18 aprile) e c’è da scommettere che sarà un pasticcio, visto che il Governo ha annunciato pure di voler emanare il nuovo Codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, a riordino l’intera materia. Stiamo parlando di un caos di sovrapposizioni normative nazionali, ultranazionali, regionali e chi ne ha più ne metta, per un totale di oltre 1000 diverse disposizioni di legge.
Il passo è comunque importante soprattutto per i settori labour intensive come la vigilanza privata, ed in particolare per la tutela del lavoro delle guardie giurate.
Per gli appalti pubblici di servizi diversi da quelli di natura intellettuale e ad alta intensità di manodopera (il cui costo della manodopera è cioè pari ad almeno il 50% dell’importo totale del contratto), verranno infatti introdotte “clausole sociali” per garantire la stabilità occupazionale del personale impiegato. Il tutto prendendo a riferimento, per ciascun comparto, il CCNL che presenti le migliori condizioni per i lavoratori. In questo senso anche la tematica del rinnovo contrattuale assumerà un ruolo più rilevante.

La novella esclude poi espressamente il ricorso al solo criterio di aggiudicazione al massimo ribasso, che verrà sostituito dalla regola del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Per l’aggiudicazione degli appalti pubblici sarà obbligatorio il ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, misurata in base al miglior rapporto qualità/prezzo, regolando espressamente casi e soglie entro i quali sarà consentito il ricorso al solo criterio del prezzo o del costo, cioè al massimo ribasso. Saranno poi definite modalità più agevoli di individuazione ed esclusione delle offerte anomale.

La nuova disciplina sarà in generale improntata alla semplificazione burocratica, alla digitalizzazione e alla sostenibilità, oltre che alla massima trasparenza, tracciabilità, pubblicità, riduzione e certezza dei tempi delle procedure di affidamento, anche attraverso la predisposizione di procedure non derogabili. Sono anche previsti importanti poteri di intervento, regolamentazione e controllo in capo all’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione (leggi cosa ne pensa l’ANAC nelle parole di un suo alto funzionario e quali sono le linee guida per l’affidamento degli appalti nel settore vigilanza).

Saranno inoltre definiti i requisiti di capacità economica-finanziaria, tecnica, organizzativa e professionale per partecipare alle procedure di gara, tenendo presente l’interesse pubblico ad avere il più ampio numero di potenziali partecipanti. L’attuale sistema di qualificazione degli operatori economici sarà revisionato in base a criteri di trasparenza, omogeneità e verifica di capacità, competenze e attività eseguite, anche introducendo misure di premialità connesse alla reputazione, coerentemente con la normativa vigente in tema di rating di legalità. L’accesso delle PMI al mercato degli appalti pubblici sarà infine migliorato, prevedendo che la dimensione degli appalti ed il valore di gare e lotti garantiscano l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle micro, piccole e medie imprese, nonché introducendo misure premiali per gli appaltatori e i concessionari che coinvolgano tali soggetti nelle procedure di gara.

Non resta che aspettare.

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