E’ amaro il “manifesto alla politica” rilasciato da UNIV, Unione Imprese Vigilanza Privata, associazione di categoria più rappresentativa del settore sicurezza, aderente a ConFedersicurezza-Confcommercio e a CoESS sul piano europeo. Un manifesto che ripercorre le principali battaglie portate avanti (dalla qualificazione degli operatori all’apertura di nuovi mercati – rivendicati peraltro da più categorie professionali – come la difesa della persona fisica o le guardie giurate all’estero, dall’IVA agevolata alla lotta all’abusivismo): temi quasi sempre attenzionati dai governi di turno, anche con tangibili proposte di legge, ma mai messi a terra per un motivo o per l’altro. Di seguito il testo, firmato dal Segretario Generale di UNIV Anna Maria Domenici.
“Manifesto UNIV
Dopo un’estate caldissima in tutti i sensi, con la caduta del Governo, uno stallo delle trattative per il rinnovo del CCNL di settore e una serie di scioperi e manifestazioni, ci attende un autunno dai tratti ancora più incerti. Un autunno di rincari e di inflazione che generano ulteriore disorientamento nel mondo dell’impresa e che non risparmia affatto il settore dei servizi – nemmeno quelli che (noi, quanto meno) riteniamo essere essenziali come la sicurezza. Chiediamo quindi alla politica di mettere con urgenza mano al tema energetico, che non potrà ovviamente essere rimbalzato sulla clientela, a sua volta in difficoltà e che – purtroppo va detto – raramente riconosce il valore primario dei servizi di sicurezza privata con un controvalore adeguato.
Chiediamo però anche alla politica che le questioni “macro” non mettano da parte le tematiche che da anni strangolano il settore, rendendolo poco competitivo sia sul mercato nazionale che su quello estero: serve sburocratizzare le procedure, godere di un’IVA agevolata per servizi che di fatto sono essenziali, incrementare le sinergie tra pubblico e privato, definire in maniera univoca ruolo, formazione e competenze delle guardie giurate, aprire i servizi alla difesa della persona fisica e alle attività di sicurezza all’estero (a tutt’oggi territorio esclusivo di realtà estere), censurare seriamente le pratiche di abusivismo (e non farle rientrare dalla finestra del cosiddetto volontariato), e infine sensibilizzare la società ad attribuire un valore maggiore ed una dignità professionale al lavoro degli addetti alla sicurezza.
Da ultimo chiediamo alla politica che alle dichiarazioni d’intento elettorale, una volta tanto, seguano i fatti. Sono troppi anni che attendiamo delle risposte e, in tutta franchezza, non c’è più tempo per le chiacchiere. Pur nella consapevolezza che, dal Covid in poi, le priorità del Governo sono state altre, lo stallo antecedente la pandemia e la chiusura di fatto delle interlocuzioni con le istituzioni di riferimento non può che dirsi colpevole. Forse, e dico forse, con maggiore attenzione anche solo da parte dell’autorità tutoria, non saremmo arrivati a crisi di questa portata con così tanti nodi tecnici e settoriali ancora da risolvere, che pongono ulteriori ostacoli a chi lavora in questo settore. Forse, e dico forse, ci saremmo arrivati come aziende alle prese con una congiuntura inedita e drammatica, e non come imprese già strangolate da lacci e lacciuoli, normative obsolete e una concorrenza sleale interna ed esterna mal governata e non adeguatamente censurata da chi dovrebbe fare le regole.
Anna Maria Domenici,
Segretario Generale di UNIV”.